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“Quello serve davvero”, dice Gonzalo Quesada voltandosi verso il tetto dello stadio di Twickenham. “Quello” è un grande segnavento in alto, dorato, due giocatori di rugby che si inseguono. Nessuno lo ha mai notato eppure sarà alto due metri e c’è da sempre. “Perché non c’è mai stato il sole come oggi”, dice una delle ragazze dell’ufficio stampa dell’Inghilterra e sorride. Sì fa un caldo strano sul campo dello stadio del rugby più grande che ci sia. Domani sono attesi 80mila spettatori, il boato sarà assordante, oggi è vuoto e quando il pallone cade sul prato fa un’eco sorda. Dell’Italia sono venuti solo i calciatori e quelli che il pallone lo devono prendere, Varney e Page-Relo, Gallagher e Capuozzo, Garbisi e Allan. E poi, a fare passerella per i giornalisti assetati di interviste, Fischetti, Ruzza e Negri. Lo staff invece è al completo.

Che partita dobbiamo aspettarci Quesada lo ha spiegato dando la formazione, così come ha parlato dei contraccolpi che la sconfitta con la Francia ha lasciato: psicologici, alcuni, e sul gioco, forse più profondi, ma in positivo. “La squadra – dice Quesada – ha risentito per qualche giorno  del segno lasciato dalla sconfitta. Ma poi abbiamo analizzato i lati positivi, aver fatto 24 punti a questa Francia con solo il 38 per cento di possesso è gran cosa”.

Impressionante veduta dello stadio di Twickenham vuoto (Foto AllRugby)

Ma contro l’Inghilterra non basterà rischiare il punto di bonus offensivo, ci vuole una prova convincente sotto tutti i punti di vista, difesa in testa. Da qui la scelta di mettere in campo un po’ di fisico in più sui tre-quarti con l’esordio stagionale di Matt Gallagher all’ala (“Sta facendo bene sui palloni alti”, il ct) e il rientro di Ioane con spostamento di Capuozzo estremo e Allan che riprende fiato partendo dalla panchina (“Ha giocato sei partite di fila e a Perpignan è un punto di riferimento e sempre in campo 80 minuti”). Ma era anche il miglior piazzatore dell’Italia, al suo posto l’onere di fare punti dalla piazzola se lo prenderà Paolo Garbisi. “Lo ha fatto per tutto lo scorso Sei Nazioni ed è pronto a farlo di nuovo”. Se c’è il sole potrà alzare gli occhi verso il segnavento per calcolare tutto alla perfezione.

Nella foto di apertura il segnavento sul tetto di Twickenham (Foto AllRugby)

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