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Ora che tutti i Sei Nazioni 2024, quello maschile, Under 20, e femminile, sono archiviati si può tirare una linea, fare un bilancio. Ma anche cambiare gli staff, disegnare un futuro diverso per le Zebre, prepararsi alla stagione che verrà. Le notizie di giornata sono che Richard Hodges, 49 anni, attuale assistente allenatore delle Zebre Parma, sarà il nuovo allenatore della nazionale maggiore, al posto di Marius Goosen che ha dato addio all’Italia, al termine del Sei Nazioni, mentre Massimo Brunello lascia la guida della Nazionale Under 20 e diventa il capo allenatore delle Zebre, con lui alla franchigia federale arriva anche il suo secondo Mattia Dolcetto. Alla guida della nazionale Under 20 va l’attuale ct della U18, Roberto Santamaria. Il suo staff è tutto da ripensare e manca poco più di un mese dalla Coppa del mondo in Sudafrica.

Richard Hodges è stato al Cardiff tra il 2017 e il 2023 (foto Zebre Parma)

“Lo so è una grande sfida quella che mi attende, ma conosco già molti dei giocatori per averli avuti in Under 20”, così Brunello a caldo. La sfida è quella di far diventare le Zebre la squadra dove far crescere i talenti azzurri. Per quest’anno l’organico ricalcherà quello dello scorso anno tolti i contratti in scadenza. Nella migliore delle ipotesi il nuovo coach della franchigia di Parma potrà chiedere un giocatore straniero per trainare chi ha meno esperienza, ma non di più. “Sto già lavorando con lui da alcune settimane – dice Gonzalo Quesada, ct azzurro – abbiamo le stesse idee, la stessa visione. Con Roselli avrei voluto collaborare più di quanto ho fatto, ma il Sei Nazioni incombeva. Con Massimo faremo grandi cose insieme”. A partire dalla gestione dei giocatori.

Il bilancio. “Il Sei Nazioni maschile è stato il migliore di sempre – dice il presidente Marzio Innocenti – e dire che venivamo da uno dei momenti più bassi della nostra storia, quelle due sconfitte alla Coppa del mondo contro All Blacks e Francia. Invece abbiamo cambiato al momento giusto scegliendo Gonzalo Quesada. I risultati dimostrano che è stata la scelta azzeccata. È stato capace di bruciare le tappe, ma non dobbiamo dimenticare che spesso torniamo indietro come i gamberi. L’obiettivo resta battere chi ci sta dietro nel ranking (Italia attualmente al nono posto ndr), ma anche, da qui a qualche anno, provare a vincere il Sei Nazioni”.

Gonzalo Quesada dirige un allenamento degli Azzurri all’Acquacetosa (foto Angelica Agosta/Allrugby)

Quesada ascolta, si prende i complimenti, ma sa che lo aspettano mesi complessi. Insomma chi all’esordio nel Sei Nazioni vince due partite e una, in Francia, la pareggia per pochi centimetri, crea aspettative molto grandi. “In 25 anni di rugby professionistico – dice il ct azzurro – sono sempre stato sotto pressione, sia da giocatore che da allenatore. Ma la pressione più grande è quella che mi metto da solo, il desiderio di andare sempre avanti. Samoa, Tonga e Giappone sono dietro di noi nel ranking, ma la nostra tournée nel Pacifico è tutt’altro che semplice. L’Italia ha giocato a Samoa due volte e ha perso in entrambe le occasioni, a Tonga non va nessuna nazionale di prima fascia da oltre 20 anni e le ultime ad andare sono state Francia e Irlanda (rispettivamente 1999 e nel 2003, ndr). Tanto per dire, la Francia perse 20-16. C’è un’attesa incredibile. E anche il Giappone è tutt’altro che facile da affrontare”.

Il campo di rugby al Rangitoto College di Auckland dove gli Azzurri faranno base durante la tournee nel sud del Pacifico

La tournée nel Pacifico sarà un viaggio di altri tempi, un mese all’estero, 55 persone nella spedizione, 22 di staff e 33 giocatori, costo alcune centinaia di migliaia di euro. Dal punto di vista logistico una follia. La nazionale partirà il 22 giugno per Auckland e farà base al Rangitoto College dove è allenatore della squadra di rugby l’ex azzurro Kaine Robertson. Poi ogni volta andrà in aereo nell’isola dove si gioca, il 5 luglio a Samoa, il 12 a Tonga, e tornerà indietro, il 21 luglio, poi, chiusura con il Giappone a Sapporo. “Il problema – spiega Quesada – è che i giocatori sono in campo dal 5 giugno dello scorso anno, con scarsissime finestre di recupero. Faremo giocare la migliore squadra, non faremo esperimenti, certo, ma anche chi sarà più riposato e in forma”.

Per la nazionale femminile il bilancio del Sei Nazioni appena concluso è deludente. Lo ammette lo stesso ct Giovanni Raineri: “Siamo alle prese con un ricambio generazionale, è vero, ma la storica vittoria in Irlanda non basta a riscattare la delusione per un quinto posto che non ci soddisfa in alcun modo”. Massimo Brunello, all’ultima conferenza stampa da ct dell’Under 20 (e alla prima da capo allenatore delle Zebre) dice che la storica vittoria in Francia (la prima di sempre) “è stata offuscata una settimana dopo dall’incredibile sconfitta con il Galles. Un patatrac dovuto all’inesperienza e, forse, alla presunzione che essere sulla carta più forti dell’avversario basti a tenergli testa in campo. Credo che sarà un passaggio fondamentale nell’esperienza di giocatore di ognuno dei ragazzi. Forse non ci sono fra loro atleti già pronti per fare il salto nella nazionale maggiore, ma molti di loro lo potranno fare con il giusto impegno e con i percorsi di sviluppo che li attendono”.

Nella foto del titolo, Massimo Brunello festeggiato dopo la vittoria sulla Scozia U20, a Glasgow, nell’ultima partita del Sei Nazioni 2023 (foto (Photo by Ian MacNicol/Federugby via Getty Images)

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