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Eppur si muove. Dopo l’Italia del Rugby (leggi qui) anche Italicovale  (vedi qui anche i programmi di Italicovale) scende in campo in vista delle elezioni federali. A metà aprile, invece, un comunicato congiunto, aveva dato conto di un incontro, a Bologna, promosso dai vertici di PALC e RUGBY 2030, con la partecipazione di 35 persone provenienti da vari ambienti del rugby nazionale

Di tutte queste realtà, per ora, solo Massimo Giovanelli (L’Italia del Rugby) è uscito allo scoperto annunciando ufficialmente la propria candidatura a presidente della Fir. Gli altri stanno ancora valutando su chi far convergere i propri voti, tanti o pochi che siano. Italicovale per il momento si è limitato a indicare i nomi di alcune delle persone che fanno parte del gruppo: gli ex azzurri Samanta Botter  e Tonino Spagnoli, campione d’Italia nel 1975 con la maglia del Brescia e nel 1983 con quella del Treviso, Cristina Tronchin, otto volte campionessa d’Italia con le Red Panthers, Mauro Nori, Capo di Gabinetto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e altri ancora. (a destra Massimo Giovanelli in maglia azzurra con Massimo Cuttitta)

 

Pronti al cambiamento (Palc) e Rugby 2030 (il gruppo che nel 2021 aveva espresso la candidatura di Paolo Vaccari) entro breve dovrebbero rendere nota la sintesi delle proprie scelte. I temi all’ordine del giorno inevitabilmente non sono troppo dissimili per tutti questi gruppi: Seven, questione meridionale, scuola, reclutamento, impiantistica, rugby femminile e rugby di base, creazione di una lega dei club e rilancio dei campionati di vertice sono argomenti fondamentali della campagna elettorale. E tutti importantissimi per il futuro del movimento italiano,

Ma al di là di ogni tattica e di ogni alchimia, questo è il momento in cui bisogna raccogliere il pallone e provare ad avanzare: chi vuole provare a candidarsi seriamente, deve abbandonare ogni timidezza e cominciare a battere dove il ferro è più caldo, ossia sullo stato delle casse federali.

Il bilancio preventivo 2023 (quello consuntivo non è ancora stato presentato) si attestava intorno agli 8,7 milioni di disavanzo negativo. Quello del 2024 è stato approvato dal consiglio con un “rosso” di circa 7,8 milioni.

Lo scorso mese di marzo, una nota federale spiegava che “il risultato negativo dell’esercizio preventivo 2024, pari a €7.832.330,55, non risulta inficiare in alcun modo la continuità aziendale e istituzionale… Al momento dell’approvazione del Preventivo 2024, il patrimonio netto della FIR è superiore ai 23 milioni di euro, il quarto tra le Federazioni Sportive Nazionali, garantendo la piena continuità della struttura”.

Vuol dire che la gestione ordinaria di questi ultimi esercizi (stipendi di impiegati e tecnici, compresi gli allenatori, organizzazione di manifestazioni sportive, squadre nazionali etc) è stata coperta con entrate straordinarie, specificamente quelle provenienti dalla cessione a CVC dei diritti commerciali dell’URC e del Sei Nazioni, 35 milioni messi a bilancio interamente nel 2021, in occasione (28 giugno 2022) dell’approvazione del bilancio dell’anno precedente. Altri 6,8 milioni sempre legati alla cessione delle quote URC, vennero utilizzati per pareggiare le uscite del 2022, anno per il quale era stata prevista una perdita di 7,5 milioni di euro.

Alfredo Gavazzi aveva illustrato i conti punto per punto a Simone Battaggia della Gazzetta dello Sport a novembre 2021 Leggi qui l’articolo

Insomma da tre esercizi la Fir spende mediamente (spende NON investe, le due voci in economia sono cosa ben diversa) il 20% in più di quanto incassa.

Il presidente Innocenti, a margine della conferenza stampa del giorno 8 all’Olimpico di Roma, ha dichiarato: “…abbiamo investito questi soldi e possiamo farlo fino al 2027, l’obiettivo è portare le entrate allo stesso livello delle uscite quando i soldi in questione non ci saranno più. Se non ci riusciremo dovremo tornare indietro, ma mi sembra che tutto il movimento italiano sia più che soddisfatto di quello che stiamo facendo, per cui la strada è questa. Gli investimenti che abbiamo fatto ci stanno dando risultati e non solo sul campo. I nostri sponsor, hanno detto che sono disponibili ad aiutarci ancora di più e sono soddisfatti dei nostri risultati”.

In pratica la Fir punta tutto sui risultati per rimettere in pari un bilancio che in questo momento viaggia con un passo ben più lungo di quanto gli consentirebbe la propria gamba.

Il presiedente ha sottolineato altresì che con “l’ordinaria amministrazione non si sarebbero battute la Scozia e il Galles”.

Chi si candida a raccogliere l’eredità di questa amministrazione deve sapere pertanto che tra un annetto, salvo miracoli, per pareggiare i costi di esercizio dovranno essere trovate ben altre entrate, perché le riserve sono quasi finite. Il presidente stesso lo ha ammesso (“…se non ci riusciremo dovremo tornare indietro”). Al di là di ogni progetto e promessa l’importante è sapere bene a cosa si va incontro e come stanno le cose. Anzi le casse.

La foto del titolo è di Federugby/Federugby via Getty Images

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