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Dal 2017 (a oggi un totale di 51 partite) si sono alternate in azzurro 21 coppie di centri, per un impiego totale di 11 giocatori.
Quello che ha vestito più volte la maglia numero 12 è Tommy Castello, impiegato primo centro in 14 partite, Michele Campagnaro è invece quello che ha indossato in più occasioni, 15, il numero 13.
I due però hanno giocato insieme solo in cinque partite, le due della tournee in Giappone del 2018 (vittoria degli Azzurri a Kobe), quelle contro la Georgia (28-17), l’Australia e la Nuova Zelanda.
L’infortunio di Castello, nel 2019 contro l’Inghilterra ha chiuso la sua carriera di giocatore, non solo a livello internazionale.
Campagnaro non gioca invece in Nazionale da Italia-Sudafrica ai Mondiali del 2019. Anche lui è stato vittima di diversi infortuni gravi. Attualmente è a Colomiers, in Francia, dove in questa stagione ha disputato 14 partite, in PROD2, 8 delle quali da titolare. Perché non chiamarlo più.
Castello-Campagnaro era una coppia di centri classica: un numero 12 di impatto e un 13 con buone gambe, per provare a prendere d’infilata al largo la difesa avversaria.
La coppia che in queste 51 partite è stata schierata più volte è invece quella Castello-Boni, 6 partite.
Morisi (12) e Campagnaro (13) hanno giocato insieme 4 volte.
Poi con l’avvento di Franco Smith è arrivata l’opzione del doppio playmaker, con Canna utilizzato primo centro in dodici partite. Anche O’Shea, appena arrivato, aveva sposato quella soluzione, con McLean 12, al fianco di Benvenuti (tre partite) e Campagnaro (due). In coppia con Canna sono stati schierati, alternativamente, invece, Morisi (5 volte), Zanon (quattro) e Brex (tre).
Crowley ha spostato Zanon a 12 (All Blacks a novembre, Francia e Inghilterra nel Sei Nazioni 2022) mantenendo sempre Brex a 13. Contro l’Uruguay, primo centro era stato provato Morisi e, contro l’Irlanda, Marin, in un ritorno di fiamma della doppia apertura.
Resta il fatto che manca a monte un progetto di gioco chiaro, soprattutto in attacco. Gonzalo Garcia e Gonzalo Canale hanno giocato insieme 27 volte e Mirco Bergamasco e Canale 21.
Probabilmente sono state le coppie azzurre di centri meglio assortite nell’era del Sei Nazioni.
Forse la linea d’attacco del futuro potrebbe essere con Garbisi all’apertura, Marin 12 e Menoncello 13. Con Zanon come alternativa ai centri e Menoncello potenzialmente utilizzabile all’ala.
In Francia Gael Fickou ha giocato buona parte delle partite con la maglia numero 12, con al fianco centri di movimento come Vincent o Vakatawa. Solo a partire dallo scorso autunno Galthiè lo ha spostato a 13, affidando il numero 12 a un ariete del calibro di Danty.
In Irlanda, la posizione di secondo centro è sempre stata di un giocatore di movimento, prima Brian O’Driscoll, ora Garry Ringrose. Mentre la maglia numero 12 è passata dalle spalle di Gordon d’Arcy, cui spettava il primo break al fianco di O’Gara a quelle di Robbie Henshaw e, in alternativa, di Bundee Aki, questi ultimi innescati sulla linea del vantaggio da Sexton per poi rimettere in moto Ringrose in velocità.
In Inghilterra Eddie Jones non ha mai risolto il problema dell’alternativa a Manu Tuilagi, schierato 13 con Farrell a 12, o in alternativa 12 con Slade a 13.
Ma’a Nonu e Conrad Smith hanno giocato insieme negli All Blacks 62 volte, D’Arcy e O’Driscoll 56 con l’Irlanda. I progetti richiedono tempo, strutture e sostanza.

Nella foto, di Daniele Resini/Fotosportit, la coppia Mirco Bergamasco e Gonzalo Canale, a Murrayfield, per la vittoria azzurra contro la Scozia del 2007.

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