Alla vigilia delle Autumn Nations Series riproponiamo qui l’articolo pubblicato nel numero di settembre di Allrugby, in cui Francesco Volpe si interrogava su chi sarà il capitano dell’Italia nel prossimo futuro e in prospettiva alla Coppa del Mondo 2027 in Australia
Chi ha incastrato “Mitch” Lamaro? Dov’è finito il Capitan Futuro del nostro rugby? L’infortunio nei test autunnali del 2024 (lesione al pettorale sinistro contro i georgiani), un Sei Nazioni 2025 al di sotto dello standard (mostruoso) di quello precedente, infine l’esclusione (ragionata) dal tour in Africa: nel giro di soli otto mesi, il leader azzurro ha progressivamente perduto un posto in prima fila. E in una Nazionale che di questi tempi, per fortuna, può permettersi di non aspettare (quasi) nessuno, recuperare centralità non sarà né semplice né scontato.

Lamaro
Nominato capitano da Kieran Crowley per i test autunnali del 2021, il terza linea romano, 27 anni, ha mantenuto la fascia anche dopo l’avvento di Gonzalo Quesada. La sua consistenza in campo e soprattutto la sua maniacale applicazione fuori ne hanno fatto un leader riconosciuto. Un leader peraltro annunciato sin dai tempi delle giovanili, quando aveva guidato l’Under 20 a uno dei migliori Mondiali di sempre (2018). Tutto è venuto naturale, quasi scontato. Anche se nel rugby moderno di scontato non c’è nulla. I vecchi condottieri dei tempi eroici non esistono più. Dai capitani-allenatori delle sgambate pre-partita del venerdì ai “primi inter pares” di oggi passano un paio di oceani. Il capitano 2.0 guida i compagni in partita, ma deve anche saper comunicare. Con la squadra, lo staff, l’arbitro (in inglese…), i media. In allenamento deve capire quando l’attitudine non è quella giusta, riprendere il singolo o la squadra, riportare tutti a concentrarsi sul lavoro prim’ancora che intervenga il c.t. Insomma, è una figura che non si può più improvvisare. “Michele è meticoloso, quasi maniacale – ci assicura un componente dello staff azzurro – Conosce alla perfezione l’intero piano di gioco, sa quello che devono fare i compagni, tutti i compagni, senza distinzione di ruoli. E così nei suoi interventi riesce sempre ad essere credibile”.
Michele Lamaro passa la palla a Nacho Brex, capitano a novembre del 2024 contro gli All Blacks a Torino (foto Federugby)
Il problema però è che per indossare i gradi occorre essere tra i 15 titolari. Cosa, appunto, ormai tutt’altro che scontata in una Nazionale che può contare su un consistente pacchetto di terze linee. Dopo due stagioni di fuoco (2022-24) e il record assoluto di placcaggi tirati in un’edizione del Sei Nazioni (103 nel 2024), con contorno di inserimento nel Top XV del Torneo, quest’anno “Mitch”, complice l’infortunio, è calato di rendimento ed è entrato nelle rotazioni. La definitiva esplosione di Manuel Zuliani ha fatto il resto, fino alla panchina di marzo contro l’Irlanda (“Zuzu” titolare) e allo sfortunato “giallo” preso subito dopo l’ingresso in campo (Negri ko) che è costato all’Italia due mete di Sheehan e la partita. Dalla panchina azzurra a quella del Treviso il passo è stato breve: dopo il Sei Nazioni, una gara da titolare, quattro da rincalzo, due in tribuna, malgrado Treviso lottasse punto a punto per i play-off dell’URC e i quarti di Champions. Infine la decisione di Quesada di esentarlo – come diversi altri veterani – dal tour estivo per fargli ricaricare le pile. Mountain bike, snorkeling, arrampicate, una capatina a Calvisano per il Mondiale U.20, un po’ di bricolage. A metà luglio la ripresa degli allenamenti con Treviso. Il futuro? Tutto da scrivere.

Gli altri
I primi furono i grandi Pumas del nuovo Millennio. Quelli di Mario Ledesma, Agustin Pichot, Felipe Contepomi. Formalmente allenata dal “Tano” Loffreda e guidata dal mediano di mischia e futuro vicepresidente di World Rugby, quella squadra in realtà poggiava su un pool di sette giocatori che si dividevano il peso della leadership, in campo e fuori. Finirono terzi alla Coppa del Mondo del 2007, battendo due volte la Francia padrona di casa, e lanciarono uno stile. Oggi ogni nazionale conta su un gruppo di leader, al punto che alcuni c.t. hanno preso a indicare due co-capitani, come nel caso della Scozia all’ultimo Sei Nazioni (Finn Russell e Rory Darge).
I capitani di Galles, Inghilterra, Francia, Irlanda, Scozia e Italia posano al Colosseo in occasione della presentazione a Roma dello scorso Sei Nazioni (foto Six Nations)
Anche l’Italia dispone di un pool di potenziali capitani e non andiamo lontanissimo dal vero se indichiamo, accanto a Lamaro, i veterani Allan, Brex e Ruzza e i più giovani Niccolò Cannone, Fischetti e Nicotera. Proprio quest’ultimo è stato scelto a giugno per guidare la Nazionale in Africa. Il “Mulo” triestino è meno comunicativo del romano “Mitch” (e vorremmo vedere), ma “parla” con i comportamenti, con quello che fa e come lo fa. Guida con l’esempio e nel gruppo è molto rispettato. Infortunatosi alle costole dopo il test in Namibia, è scoppiato a piangere in allenamento quando ha capito che non avrebbe potuto sfidare gli Springboks. E sarebbe rimasto accanto ai compagni se Quesada non l’avesse convinto a prendersi una meritata vacanza. Il maggiore dei Cannone, che per indole è più un uomo-spogliatoio che non un generale, l’ha egregiamente sostituito nelle due partite più difficili della stagione.
Cambio di consegne fra Niccolò Cannone (a destra) e Giacomo Nicotera, infortunato, alla vigilia del primo dei due test match disputati in Sudafrica la scorsa estate (foto Federugby)
Prospettive
Da novembre però si riparte da zero. Quesada riavrà un Lamaro riposato e super motivato, i veterani dello spogliatoio torneranno con le batterie cariche, in alcuni casi con un accresciuto bagaglio di esperienza (Brex giocherà a Tolone, Fischetti a Northampton), qualche “Zoomer” comincerà a bussare alla porta dei leader (azzardiamo: Zambonin e Zuliani). E la lotta non sarà per la metaforica fascia, bensì per un posto da titolare. Sarà quello a fare la differenza. Se Lamaro tornerà il Lamaro del 2024, il capitano alla Coppa del Mondo di Australia 2027 sarà ancora lui. Non si discute. Ma a passare da Capitan Futuro a Capitan Passato in questa Nazionale basta un attimo.
