A convincere l’estremo del Tolosa e della nazionale italiana a passare al Seven è stato Antoine Dupont, suo compagno di squadra, che ha optato per l’avventura olimpica dopo la delusione della Coppa del Mondo a XV. “Antoine mi ha ripetuto fino allo sfinimento che il Seven sarebbe il palcoscenico ideale per la mia velocità e il mio senso della meta – ha detto Capuozzo a France Press – In uno sport sempre più dominato dai chili e dalla potenza fisica, la versione a Sette del gioco è un piccolo spazio di salvaguardia delle vecchie caratteristiche del rugby, quelle che ne facevano una disciplina alla portata di tutti. Alla fine non ho saputo dire no”.
La regola 8.3 del regolamento di World Rugby sull’eleggibilità di un giocatore a livello internazionale dice che per poter cambiare maglia bisogna che siano trascorsi almeno tre anni dalla sua ultima partecipazione a qualsiasi competizione. Il regolamento olimpico viceversa subordina l’iscrizione ai Giochi al solo passaporto (Capuozzo ovviamente possiede anche quello francese). World Rugby pertanto (gennaio 2021) ha autorizzato il cambio di nazionalità per il solo scopo di partecipazione alle Olimpiadi se il giocatore: a) possiede i requisiti per rappresentare un nuovo paese ai Giochi Olimpici; b) non ha mai giocato per la nazionale Seven del paese che intende lasciare; c) entro la data di svolgimento delle Olimpiadi ha partecipato a almeno quattro manifestazioni ufficiali con la nazionale Seven del paese che intende selezionarlo per i Giochi. Capuozzo quindi per poter essere protagonista a Parigi 2024 dovrà giocare nelle due tappe delle World Series (Singapore, 3-5 Maggio, e Madrid, 31 maggio-2 giugno) ma anche nel Challenger di Monaco di Baviera, 17-19 maggio, e in quello di La Peche, il 14-15 aprile, sulla costa atlantica della Francia.
Questo significa che il giocatore non sarà disponibile per la fase finale del Top14 con il suo club, ma anche che, nemmeno in futuro, potrà giocare con l’Italia. Su questo World Rugby è stato categorico: una volta presi nelle reti, niente avanti-indietro, con ripetuti cambi di colori. “Ci ho pensato molto – ha spiegato Capuozzo – ma disputare le Olimpiadi in Francia è un’occasione unica, mischiarsi ai più grandi atleti del mondo di tutte le discipline, ai pesci grossi dello sport internazionale, far loro da ambasciatore (il Comitato olimpico francese ha invitato tutti gli atleti selezionati per rappresentare la Francia ai Giochi a sposare il progetto “Ambassadeurs”, per mettersi a disposizione dei paesi ospiti, facendo da guida e da interpreti alle loro squadre e delegazioni, ndr). Lo Stade Toulousain ha incoraggiato sia me che Antoine (Dupont, ndr), il club ha capito quanta visibilità per il rugby e anche per il Top14 in futuro potrà derivare dal torneo olimpico”. Un’operazione di marketing colossale per la Francia che, dopo la Coppa del Mondo dello scorso autunno, cerca ora di pescare maggiori risorse nel campo olimpico. E la maglia azzurra? « Mi dispiace per l’Italia, che comunque lascio in ottime mani, anche nel mio ruolo: Lorenzo Pani ha dimostrato di essere un ottimo estremo, Louis Lynagh è un finisseur eccezionale, e attenzione a Alain Cabillaud, del 2006, che gioca negli Espoirs del Tolosa e ha la mamma vicentina, l’ho già segnalato alla Fir. Ne ho parlato con Quesada e con la squadra, tutti mi hanno capito anche se erano un po’ dipiaciuti». E i tuoi genitori? «Certo, loro sono italiani, i miei nonni venivano da un piccolo paese di pescatori della Campania, ma sono molto emozionati all’idea di vedermi protagonsita di un evento che nei prossimi mesi mobiliterà la Francia intera».
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Nella foto di apertura la meta di Capuozzo contro il Sudafrica due anni fa a Genova (Foto Fisherman)