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Il gap si allarga invece di ridursi. Due partite per rendersi conto che aumenta la distanza fra le grandi nazioni del rugby e quelle che vorrebbero avvicinarsi al vertice.

A Wembley, dieci anni dopo il famoso colpo di scena di Brighton (Giappone-Sudafrica, 34-32, ai Mondiali del 2015) gli Springboks hanno travolto la nazionale giapponese 61-7, nove mete a una. 

In contemporanea, a Murrayfield, la Scozia priva di molti titolari ha passeggiato contro gli Usa in un match a senso unico, 85-0, 13 mete contro nessuna. 

Al Mondiale a 24 squadre bisognerà portarsi il pallottoliere.

Wembley

Giappone – Sudafrica 7-61 (primo tempo 0-26).

Giappone: meta Yazaki (52’); tr: Lee

Sudafrica: mete, Kolisi (4′), Mngomezulu (13′, 18′), penalty try (36′), Louw (47′), Arendse (59′, 68′), Esterhuizen (64′), Kriel (80′); tr: Mngomezulu (5′, 14′, 47′), Libbok (60′, 64′, 68′, 80′)

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Murrayfield

Scozia – Usa 85-0 (primo tempo 45-0) 

Scozia: mete Richardson (5′), van der Merwe (7′, 24′), D Graham (9′, 36′, 44′), Dobie (19′, 27′, 78′), Rowe (57′), McDowall (71′), G Horne (73′), Smith (80′); tr: Hastings (6′, 8′,10′,20′, 27′), G. Horne (57′, 72′, 74′, 79′, 80′

Nella foto del titolo (SRU Rugby) una delle tre mete di Darcy Graham

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