Il risultato (13-31, 1-5 il conto delle mete) non racconta tutta la verità di una partita in cui gli Stormers la mettono subito sul terreno a loro preferito, chiudendo all’angolo le Zebre già sul primo pallone di serata con il fisico, il dominio nelle fasi statiche, la pressione ossessiva in ogni punto di scontro, la difesa che è aggressione. È quasi un miracolo che la squadra di casa abbia retto l’urto fin sotto allo striscione di arrivo, sia stat a un passo dal conquistare il punto di bonus difensivo, perché se ogni volta che il pallone esce dal campo e la touche si trasforma in un momento di passione (5 perse su 15 lanci), se ogni mischia l’unica cosa che puoi fare è provare a non farti travolgere, c’è da evidenziare tutto il positivo in fatto di orgoglio, voglia di non crollare, capacità di valorizzare il collettivo passando sopra agli errori dei singoli, che Massimo Brunello sta riuscendo a tirare fuori dalla sua franchigia di sviluppo.
La meta di Mirco Belloni che ha messo momentaneamente in vantaggio le Zebre (foto di Stefano Delfrate)
Perché si parte e alla prima touche offensiva i giganti del Capo fanno capire quale sarà lo spartito di serata, il drive è inarrestabile, le Zebre si sfaldano, gli Stormers portano Vermaak in carrozza oltre la linea di meta. Si mette male e c’è il rischio di tempesta al Lanfranchi, ma pian piano le Zebre buttano chiodi sulla strada in discesa degli avversari, Locatelli dimostra di non esser salito al piano superiore per caso, sporca sempre i punti di incontro, ogni volta che può prova a forzare un vantaggio spalleggiato da un Licata tornato dalla squalifica solido e indistruttibile. Dall’altra parte la partita la fanno gli avanti, anche perché Mngomezulu ha il vizio di specchiarsi nella sua onnipotenza, pecca di presunzione, sbaglia cose elementari e sembra giocare con la sufficienza di chi sta prendendo la serata come un obbligo da sbrigare in fretta. E allora su un passaggio morbido dell’estremo lumaca Gelant c’è Belloni a fiondarsi come un falco, intercetto e volata per tutto il campo fin sotto ai pali. Da Re trasforma, le Zebre sono in vantaggio (7-5) e sembra di vivere dentro a una rivoluzione della razionalità.
Non c’è una touche tranquilla, ogni lancio o è preda degli avversari o è sporcato, se le Zebre riescono a tirar giù il pallone, i giganti lo ingabbiano e si finisce con una maul che è sinonimo di turnover. Prima del riposo la verità viene a galla, Mngomezulu ha i favori degli dei del rugby, calcia un pallone al cielo e dopo un rimbalzo bislacco se lo ritrova incollato in mano, la strada è aperta, la meta personale una formalità.
Nel secondo tempo l’apertura che ha illuminato l’autunno degli Springboks decide di cambiare registro, prima rulla il povero Thomas Dominguez e va in meta in prima fase, poi inventa un assist illuminante per Gelant che segna e ringrazia per la cortesia. Gli Stormers potrebbero dilagare quando Brace manda in punizione Nocera, colpevole di non aver retto l’urto in prima linea di una mischia dietro l’altra, ma nella difficoltà emerge il carattere zebrato, Da Re decide di piazzare due penalties conquistati dall’arrembaggio dei suoi avanti, riduce lo svantaggio, crea la piattaforma per mettere nel mirino un punto di bonus. Le Zebre ci provano, ma il muro di muscoli dall’altra parte è invalicabile, fino ad arrivare alla punizione troppo pesante, alla meta di Nel che a tempo scaduto intercetta un passaggio al rallentatore e al rallentatore va sotto ai pali. Il risultato alla fine è pesante, giusto e forse non racconta tutta la verità sul dominio dei sudafricani. Proprio per questo le Zebre possono uscire a testa alta da una serata difficile. Sconfitte ma non distrutte.
EBRE PARMA vs DHL STORMERS 13-31
Parma, Stadio Lanfranchi – sabato 18 ottobre 2025
Marcatori: 7’ meta de Villiers, 21’ meta Belloni, tr. Da Re, 38’ meta Feinberg-Mngomezulu, tr. Feinberg-Mngomezulu; secondo tempo: 47’ meta Feinberg-Mngomezulu, 58’ meta Gelant, tr. Feinberg-Mngomezulu, 63’ cp Da Re (10-24), 67’ cp Da Re (13-24), 80’ meta Nel, tr. Feinberg-Mngomezulu
Nella foto del titolo la seconda delle due mete di Sacha Feinberg-Mngomezulu (foto Delfrate)
