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Il santuario degli sport gaelici, lo storico Croke Park di Dublino,il terzo stadio per capienza in Europa, teatro della prima Bloody Sunday del 1920,, dopo aver ospitato la scorsa estate gli Oasis si apre nuovamente alla rugby union, con il derby d’Irlanda, Leinster- Munster.

Una visione del Croke Park, con le terrace occupate dai tifosi del Munster (foto Allrugby)

È stata una partita che ha demolito certezze e che ha dato vita a più di un interrogativo. Il match si è chiuso con una pesante sconfitta, 31-14, per la franchigia di casa. In campo si è vista una squadra priva di grandi stelle, salvo minime eccezioni, il Munster, ma con una granitica difesa, contro una formazione infarcita di star internazionali, ma inefficace in attacco e timida in difesa. Dopo l’iniziale meta di Kelleher, che ha alimentato le previsioni di una facile vittoria per Leinster, è salita alla ribalta la franchigia della provincia occidentale, e dapprima una meta di Gleeson su azione, seguita da una meta regalata dal goffo tentativo di un difensore di Leinster di arpionare un velenoso calcetto di Crowley e successivamente da un intercetto regalato a Coughlan danno un pesante vantaggio a Munster. Il vantaggio si rafforza poi con una meta di punizione concessa dal nostro fischietto Gnecchi per un fallo in difesa di Leinster. A nulla vale, se non per l’onore (ammesso che ciò l’abbia salvaguardato), la meta allo scadere dei Dubliners. Leinster esce con le ossa rotte dal derby, la sfida più sentita nella isola di smeraldo, che nell’occasione ha visto sugli spalti circa 52 mila spettatori.

Nella foto del titolo, Jack Crowley attacca Robbie Henshaw (©INPHO/Dan Sheridan)

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