
L’Italia vince da favorita e questa è già una notizia, perché si sa, non è abituata al ruolo, si fa stritolare dalla pressione, dal dover rispettare un copione che non conosce. Eppure alla fine contro il Galles che a Roma non perdeva dal 2007 e che all’Olimpico mai aveva conosciuto l’amaro sapore della delusione la partita la porta a casa, puntando sull’ordine, sulla conquista di territorio, sull’uso del piede (50 calci di spostamento contro 41), sul limite imposto alla fantasia e su una difesa che deve vivere un pomeriggio di lungo sacrificio. Il Galles è in crisi e si vede, nel primo tempo subisce il gioco tattico azzurro e si rifugia nel gioco sporco (alla fine concederà 14 penalties) che Tommy Allan trasforma in preziosi punti dalla piazzola: sono 11 (4 su 4) nel primo tempo che vanno a sommarsi all’unica, splendida azione, inventata dai suoi.

Giochiamo un vantaggio conquistato con una mischia dominante, Paolo Garbisi scova un buco nella difesa in rosso e ci si infila prima di affidare a Capuozzo un calcetto millimetrico. L’Ange azzurro vola, si tuffa e fa un miracolo riuscendo a schiacciare sulla bandiera senza sfiorare l’out. La meta è bella e fondamentale per offrire serenità, il vantaggio (16-3) alla fine del primo tempo è rassicurante, le cose vanno come dovevano andare, oltre gli errori, oltre le paure, e per un’Italia che non è abituata a dover fare le partite è già un bel posto in cui rifugiarsi.

Si riparte e la partita diventa spigolosa, il dragone ferito non ci sta a infilare la tredicesima sconfitta del suo annus horribilis e prova a lavorare sodo con la mischia. Allan, sempre lui, punisce l’ennesimo fuorigioco dalla piazzola prima che l’ultimo quarto del match diventi terrore per i 61 mila dell’Olimpico. Prima Wainwright che conclude un irresistibile drive da touche, poi due inusuali errori dalla piazzola di Allan precedono il centro che regala ossigeno e tranquillità. L’ultimo assalto gallese produce sconquassi: giallo a Riccioni per placcaggio scomposto, subito dopo meta di punizione e giallo a Lamb, reo di aver fatto crollare consapevolmente un altra maul che sarebbe finita dritta oltre la linea, 13 contro 15 e Galles a tiro di break. L’ultimo sussulto lo stadio lo vive in apnea, il Galles deve macinare metri da dentro i propri 22, l’Italia difende con ordine, 10 fasi e stanno sempre lì, fino al lavoro dello specialista Zuliani: mani in ruck, furto bello e impossibile, sospiro di sollievo. L’Italia vince e guarda avanti, il Galles sprofonda. Adesso testa alla Francia, sarà tutta un’altra storia.
Italia v Galles 22-15 (primo tempo 16-3)
Italia: Allan; Capuozzo, Brex, Menoncello, Ioane; P.Garbisi (58’-68’Trulla), Page-Relo (68’ A.Garbisi); L. Cannone, Lamaro (Cap, 66’ Zuliani), Negri (62’ Vintcent); Ruzza (62’ Lamb), N. Cannone; Ferrari (53’ Riccioni), Nicotera (53’ Lucchesi), Fischetti (66’ Rizzoli) all. Gonzalo Quesada
Galles: Murray; Rogers (62’ Hathaway), Tompkins (16’-28 Hathaway), James, Adams; B.Thomas (49’ Edwards), T.Williams (66’ R. Williams); Faletau, Morgan (Cap), Botham (57’ Wainwright); Jenkins, Rowlands (57’ T. Williams); H.Thomas (44’ Assiratti), Lloyd (44’ Dee), G.Thomas (44’ Smith) all. Warren Gatland
arb:Matthew Carley (RFU)
Cartellini gialli: 59’ Adams; 78’ Riccioni; 79′ Lamb
Giornata piovosa, 60518 spettatori
Nella foto di apertura l’azione della meta di Capuozzo, su calcio a seguire di Garbisi lui e Allan corrono verso la palla (Foto Federugby via Getty Images)