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A Palazzo Brancaccio, dove è stato presentato ufficialmente il Sei Nazioni 2025, nel 1953 furono girate alcune scene di Vacanze Rome, il film di William Wyler con Gregory Peck e Audrey Hepburn.

Per allenatori e capitani delle nazionali coinvolte nel Torneo, la vacanza però è stata breve.

Qui gli appunti di una giornata a suo modo memorabile: mai nei 25 anni precedenti, il Sei Nazioni era stato presentato a Roma.

La giornata è cominciata con il saluto di Andrea Duodo, asciutto e misurato come è nello stile del presidente federale.

Poi il Nessun Dorma, cantato a cappella da otto vocalist dell’Italy Choir. Bello l’effetto, anche se alla fine a vincere sarà una squadra sola.

Quale?

L’Irlanda, rappresentata dal coach Simon Easterby e dal capitano Caelan Doris mira ad aggiudicarsi il torneo per il terzo anno consecutivo (due stagioni fa con il Grande Slam): mai nessuno c’è riuscito prima.

Gli allenatori del Sei Nazioni posano al Colosseo, da sinistra  Warren Gatland, Gregor Townsend, Fabien Galthié,  Simon Easterby,  Steve Borthwick e Gonzalo Quesada (foto ©INPHO/Billy Stickland)

Easterby sostituisce temporaneamente Andy Farrell, impegnato a preparare la squadra dei British & Irish Lions che la prossima estate si recherà in tour in Australia, per lui la parola d’ordine è continuità.

Per Greg Townsend, coach di una Scozia sempre a un passo dal definitivo salto di qualità, l’obiettivo è invece fare meglio le cose che in passato hanno impedito alla formazione del cardo di aggiudicarsi il torneo: dettagli, errori, piccoli miglioramenti, qua e là.

Con lui c’era il capitano Rory Darge, promosso sul campo dopo l’infortunio di Sione Tuipulotu, capitano designato. Nel numero 198 di Allrugby (in distribuzione in questi giorni), Iain Morrison, ex terza linea della Scozia, aveva definito la linea d’attacco dei Blu Navy di quest’anno la migliore di tutti i tempi: Finn Russell, Darcy Graham, Tuipulotu, Huw Jones, Duhan Van der Merwe, Blair Kinghorn, tutti potenziali British and Irish Lions, la prossima estate. Senza il centro di origine australiana, l’efficacia dei trequarti ne risentirà?

“Abbiamo alcuni ottimi numeri 12 che ora hanno un’opportunità che probabilmente non pensavano sarebbe arrivata– ha detto Townsend -. Contiamo su di loro per cogliere al volo questa occasione”

Sione Tuipulotu, contro gli Usa, la scorsa estate (foto SRU)

I nomi sono quelli di Stafford McDowall e Tom Jordan dei Glasgow Warriors e di Rory Hutchinson dei Northampton Saints. Sabato primo febbraio, la Scozia aprirà il Torneo contro l’Italia.

L’Inghilterra, alle prese con parecchi infortuni (fuori oltre all’estremo George Furbank, all’ala Feyi-Waboso, a Alex Coles seconda linea dei Northampton Saints, Alex Dombrandt numero 8 degli Harlequins e all’ex capitano Jamie George, anche il numero 9 Jack van Poortvilet, con il mediano di mischia titolare, Alex Mitchell, in dubbio per la prima partita, anche), si affida al nuovo capitano Maro Itoje. “Spero che avere questo ruolo non cambi il mio modo di giocare – ha detto Itoje – Voglio continuare a essere il più aggressivo possibile migliorare nei settori in cui sono forte, il placcaggio, il recupero del pallone. Il mio compito ora è servire la squadra, i tifosi e fare onore al ruolo. L’Inghilterra ha il potenziale per fare bene e vincere contro tutte le squadre”.

Maro Itoje ha preso il posto di Jamie George come capitano dell’Inghilterra.

Warren Gatland ha detto che in Galles, dopo un 2024 di tutte sconfitte, nessuno si aspetta molto. “E quindi i ragazzi non hanno alcuna pressione”, poi sornione ha ricordato le occasioni in cui i Dragoni con lui alla guida, hanno battuto la Francia a Parigi: nel 2013, nel 2015 e nel 2019. “Quando attraversi un periodo in cui le cose non vanno bene, come ci è successo negli ultimi 12 mesi – ha aggiunto – a volte tutti cercano una soluzione magica e saltano fuori idee e proposte di ogni tipo. Ma a volte devi semplicemente insistere. Non puoi cambiare tutto. Ci sono cambiamenti sottili che puoi apportare per migliorare l’ambiente, cambiare le cose e cercare di essere migliori. Questo è qualcosa che devo tenere a mente. Ognuno ha le proprie opinioni e idee. Si tratta di trovare il giusto equilibrio.”

Jac Morgan, capitano del Galles dal 2023. (foto ©INPHO/Billy Stickland)

Infine la Francia. Che ritrova il suo capitano Antoine Dupont, assente l’anno scorso per dedicarsi al Seven, disciplina in cui ha vinto la medaglia d’oro a Parigi. “Ho visto il Sei Nazioni dal divano e non era bello stare a guardare”, ha confessato.

Antoine Dupont prosa con il trofeo di miglior giocatore del Sei Nazioni 2022 (foto FFR)

Fabien Galthiè non si nasconde: “Iniziamo questo Torneo con l’obiettivo di vincerlo, come ogni anno. Negli ultimi cinque Tornei, o abbiamo vinto (nel 2022) o siamo andati molto vicini a farlo. C’è una forte pressione, ma è una pressione positiva. È piacevole e stimolante. Gli ultimi cinque Tornei ci hanno permesso di acquisire esperienza: ogni competizione ci ha aiutato a prepararci meglio e a fare progressi. Siamo più maturi nel nostro approccio, anche se questo non garantisce il risultato, che rimane imprevedibile. Tutto può dipendere da un rimbalzo, una decisione arbitrale, un gesto riuscito o un errore grossolano”.

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