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Il tema è vecchio quanto lo sport, spesso si è discusso se alcune squadre di club erano più forti delle rispettive nazionali: la possibilità di lavorare insieme a tempo pieno, invece che saltuariamente, un impegno collettivo continuo, anziché la necessità di concentrare i risultati in poco tempo danno ai club un indubbio vantaggio sulle selezioni.

La performance del Benetton in questa prima parte di stagione, il secondo posto in classifica nell’Urc, il primo nel girone di Challenge Cup, rilanciano la domanda alla vigilia del Sei Nazioni. E sebbene Michele Lamaro abbia spiegato che tra il livello di club e quello internazionale c’è un ulteriore importante salto di qualità, non può non saltare all’occhio che la rosa complessiva della franchigia di Treviso, che pure (compreso Padovani) dà alla nazionale 20 dei 35 giocatori convocati da Quesada, in alcune posizioni è più completa di quella dell’Italia, con meccanismi oliati e un senso di appartenenza senza pari.

Prendiamo i 23 che hanno battuto in Challenge Cup il Montepellier al Monigo – 15 Rhyno Smith (26′ Jacob Umaga), 14 Ignacio Mendy, 13 Tommaso Menoncello, 12 Malakai Fekitoa, 11 Onisi Ratave, 10 Tomas Albornoz, 9 Alessandro Garbisi (61′ Andy Uren); 8 Lorenzo Cannone, 7 Manuel Zuliani (45′ Michele Lamaro), 6 Alessandro Izekor, 5 Eli Snyman (58′ Sebastian Negri), 4 Edoardo Iachizzi (45′ Federico Ruzza), Giosué Zilocchi (49′ Tiziano Pasquali), 2 Bautista Bernasconi (19′ Gianmarco Lucchesi), 1 Thomas Gallo (10′ Mirco Spagnolo, 21′ Thomas Gallo, 49′ Mirco Spagnolo) – e confrontiamoli, reparto per reparto con quella che potrebbe essere la formazione dell’Italia che affronterà l’Inghilterra a Roma.

In prima linea Quesada potrà schierare Fischetti al posto di Gallo e Spagnolo, con Ceccarelli – in assenza di Ferrari e Riccioni – unica alternativa a destra a Zilocchi e Pasquali. Sebbene ai Mondiali, Gallo, a sinistra, si sia affermato come uno dei piloni più solidi in assoluto, grande trascinatore nel gioco aperto, in questo reparto diciamo che Benetton e Italia possono essere giudicate pari.

Mirco Spagnolo, uno dei tre esordienti in prima linea (foto Benetton Rugby)

I tallonatori titolari, Lucchesi e Nicotera sono i due di Treviso, ma in un torneo lungo sette settimane, Bernasconi offre una terza opzione che manca all’Italia. Mezzo punto di vantaggio per Benetton

In seconda linea, a Niccolò Cannone, Iachizzi e Ruzza, i biancoverdi possono aggiungere Eli Snyman che, fosse eleggibile, e a maggior ragione in assenza di Lamb, sarebbe sempre fra i 23 della Nazionale. Un punto in più per la squadra di Bortolami.

La terza linea azzurra è esattamente la stessa della Nazionale.

Sebastian Negri, punto di forza della terza linea Benetton e dell’Italia (foto Steve Bardens/Federugby/Federugby via Getty Images)

In mischia quindi diamo un punto e mezzo di vantaggio al Benetton.

Numero 9: Ale Garbisi, a Treviso è affiancato da Andy Uren e da Duvenage. I tre danno l’impressione di essere un reparto meglio assortito per caratteristiche ed esperienza rispetto a quello costituito in maglia azzurra dallo stesso Garbisi, Varney e Page-Relo che a Lione si alterna con Couilloud.  Mezzo punto di vantaggio per Benetton.

Numero 10: la prestazione di Albornoz contro il Montpellier, le sue accelerazioni, il confronto diretto con Paolo Garbisi, hanno detto che l’argentino sarebbe sicuramente un’opzione per la maglia dell’Italia. Albornoz e Umaga inoltre sembrano essere più dentro i meccanismi della squadra di quanto la siano Garbisi e Allan in Nazionale. Anche qui, mezzo punto di vantaggio Benetton.

I centri: Menoncello, Brex e Zanon nell’insieme sono una garanzia. Ma Fekitoa da solo, la sua classe, la esperienza internazionale, valgono un punto in più per Treviso.

Tommaso Menoncello con Michele Lamaro (©INPHO/Luca Sighinolfi)

Triangolo allargato: nonostante l’Italia possa contare su Capuozzo, Gesi, Bruno e (speriamo, dopo l’infortunio subito contro iSaracens) Ioane, il triangolo allargato del Benetton pare uno dei reparti meglio assortiti in circolazione, con Onisi Ratave ala pesante, in grado con il suo fisico e la sua velocità di fare enormi danni alla difese, Nacho Mendy, rapido ed elusivo, grazie all’esperienza nel Seven, e Rhyno Smith (nella foto qui sotto) ottimo in tutti gli aspetti del gioco, contrattacco, senso della posizione, fiuto spiccato per la meta. Un punto Benetton.

Totale: Benetton superiore all’Italia di 4 punti e mezzo. Se poi ci aggiungiamo l’affiatamento e l’abitudine a giocare insieme possiamo dire che in questo momento il gruppo nelle mani di Marco Bortolami, speriamo di sbagliare, offre garanzie  maggiori rispetto a quelle della Nazionale. Delle formazioni avversarie, Galles, Scozia, Irlanda, Francia e Inghilterra, viceversa, nessuna sembra inferiore alle sue singole componenti, club, province o regioni che siano. E questo può essere un altro problema. A Gonzalo Quesada il compito di dare al gruppo un’identità di livello superiore. Se gli riuscirà, meriterà un riconoscimento più alto di quelli che hanno premiato i suoi predecessori.

Nella foto del titolo (Benetton Rugby), Malakai Fekitoa, alla sua prima stagione in maglia biancoverde

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