vai al contenuto principale

Ross Vincent ha messo a segno domenica (Exter Chiefs vs Munster, 32-24) la sua prima meta in una competizione europea.

L’ex azzurro U20, classe 2002, in questa prima parte della stagione si è conquistato la fiducia di Rob Baxter e Ali Hepher venendo schierato in Premiership in sei partite su otto (due da titolare) e poi contro il Munster in Champions Cup

Chi è Ross Vintcent?

Qui il racconto di come è arrivato in Italia e perché può vestire la maglia azzurra. Da Allrugby numero 166 (gennaio 2022)

Vincent è nato a Johannesburg a giugno del 2002, il nonno siciliano gli ha regalato la possibilità di giocare per l’Italia, ma il suo percorso rugbistico è stato tutt’altro che convenzionale.  Quando aveva tre anni, infatti, la sua famiglia si è trasferita a Dubai dove il rugby comincia ad essere abbastanza popolare.

“Ho iniziato a giocare a scuola – racconta Ross -, con la quale abbiamo fatto anche un paio di tour nel Regno Unito, compreso quello per il Rosslyn Park National Schools Seven (uno dei tornei studenteschi di Rugby Seven più famosi al mondo, ndr), poi a quindici anni mi sono trasferito al Bishops Diocesan College di Città del Capo. I miei genitori sono rimasti a Dubai, io vivevo in collegio e ogni tanto andavo da una zia che era rimasta ad abitare in Sudafrica. Non ero molto grosso, pertanto all’inizio mi schieravano nei trequarti, ero abbastanza veloce, placcavo volentieri.  Però mi è sempre piaciuto lavorare in palestra, così mettendo su chili e muscoli a un certo punto mi hanno proposto di provare a giocare numero 8. Purtroppo questo è successo poco prima che ci piombasse addosso il Covid, per cui non ho potuto accumulare tanta esperienza nel ruolo”.

Ross Vintcent con la maglia dell’Italia U20 contro la Francia nel Sei Nazioni 2021 (Fotosportit/Fir)

nel Però i radar del reclutamento internazionale sono sempre accessi e, a un certo punto, Tom Negri, fratello dell’azzurro Seb, segnala in Italia che il ragazzo ha un nonno che gli permetterebbe di giocare per l’Italia. Maurizio Zaffiri, manager del progetto Elite giovani, prende in mano la pratica e organizza un provino in accademia.

Siamo agli inizi del 2021, in pieno lockdown, con un sacco di complicazioni per i viaggi internazionali. Alla fine però Ross arriva a Remedello e impressiona i tecnici per le sue qualità di reattività muscolari.

“Non è stato facile – dice il giocatore – perché per colpa della sospensione dell’attività in Sudafrica ero fermo da un po’ di tempo e, all’inizio, appena arrivato qui, dovevo stare isolato per via delle quarantene e dei vari permessi necessari. Il campionato di serie A, cui partecipava l’Accademia era fermo e, alla fine, ho dovuto aspettare un match amichevole contro le Fiamme Oro per far vedere quanto valevo. Poi ai primi di giugno mi hanno messo titolare contro la selezione francese a La Seyne sur Mer e così mi hanno portato in Galles per il Sei Nazioni”.

Adesso (siamo nel gennaio 2022, ndr) Ross vive a Parma, dove nel frattempo è stata spostata l’Accademia, con Luca Rizzoli e Giacomo Ferrari, il che lo obbliga anche a cercare di imparare l’italiano. “Vado a lezione ogni settimana – dice -, l’anno scorso nel gruppo c’era Michele Brighetti, cresciuto in Kenya e con lui parlavo sempre inglese, dovevo sforzarmi di meno”.

Per i ragazzi come lui la vita in un’Accademia che non prevede la partita ogni fine settimana non è semplice, anche se Maurizio Zaffiri insiste sul fatto che il lavoro quotidiano, fisico e tecnico, è decisamente di alta qualità. “Per i ragazzi organizziamo amichevoli, partite, allenamenti, attività finalizzate alla ricerca di parametri prestativi il più possibile vicini agli standard internazionali. Poi certo capisco che a 19 anni ti serve anche l’adrenalina del risultato, del vincere o perdere… ma se poi vai in un club e non giochi?”.

“Sì un po’ ci manca il ritmo della partita ogni fine settimana – confessa il ragazzo -, la verifica costante della sfida, il punteggio che ti mette alla prova. Ma qui sto facendo un grande lavoro di crescita individuale, sia fisico in palestra, sia con Agustin Cavalieri per quanto riguarda la touche e il gioco specifico del mio ruolo, che con Roberto Santamaria e Mattia Dolcetto su tutti gli altri particolari”.

Che tipo di giocatore sei?

“Vorrei dire un cacciatore di palloni, mi piace seguire la palla e difendere, intuire le linee di corsa degli avversari, farmi trovare al posto giusto per bloccarne l’azione. Mi piacerebbe migliorare, invece, sulla capacità di tener viva l’azione, giocare gli off load, dare continuità all’attacco”.

Nel frattempo però il giovanotto non è stato con le mani in mano: “ho seguito un corso online di gestione di impresa e adesso sto valutando l’opportunità di iscrivermi alla facoltà di Economia a Durham, in Inghilterra (nell’estate 2022 si è iscritto invece a Exeter, ndr). Però sto prendendo in considerazione anche l’ipotesi di una carriera più mirata sul rugby. Insomma, vediamo cosa succederà in questi mesi, poi deciderò spero nella maniera migliore”.

Torna su