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Centoventitrè tra ruck e maul, contro le 62 impostate dai francesi.

Gli Azzurri si sono sfiniti in un gioco che ne ha assorbito la maggior parte delle energie già nel primo tempo (3-24) e nella ripresa i francesi hanno dilagato.

Le 19 fasi d’attacco che, al 18’ minuto, hanno regalato alla squadra di Franco Smith i primi tre punti del match hanno a prosciugato le energie della formazione di casa. La meta di Monty Ioane, al 27’, su un gioco di prestigio di Varney, annullata dal TMO per un passaggio in avanti del mediano di mischia azzurro, è stato il nostro canto del cigno.

Troppe giocate forzate, troppi errori nei passaggi. Troppi placcaggi mancati, 27 su 110, e una congenita incapacità di risalire il campo sui calci di spostamento dei francesi. I quali hanno segnato approfittando dei nostri errori, ma anche con semplici giocate a largo in prima fase, contrattacchi efficaci senza alcuna rete capaci di mettere loro pressione.

Insomma una partita da dimenticare, di cui si possono salvare giusto i quindici minuti del primo tempo nel corso dei quali Varney e Garbisi, muovendo il pallone intorno ai raggruppamenti, hanno costretto la Francia a lavorare con un po’ più di impegno. 

Dalle cinque mete a partita del 2020 siamo passate alle sette del match di esordio del nuovo torneo. 

La squadra è giovane (24,7 l’età media contro i 26,2 dei francesi), ma non potremo accampare alibi per tutta la vita.

Due touche perse in attacco, nelle due occasioni che abbiamo provato ad attaccare nei loro 22. 

L’inizio del Sei Nazioni è in salita. Chissà se arriverà mai la discesa.  

Nelle foto (di Daniele Resini/Fotosportit), Luca Sperandio messo sotto pressione dalla difesa transalpina.

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