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Martedì, sullo sterminato sito sportivo del Guardian, più che la Icexit, la rovinosa uscita dell’Inghilterra  dagli Europei di calcio a opera dell’Islanda, trovava spazio il disinvolto preziario dei biglietti per le partite dei Lions in Nuova Zelanda, l’avvenimento lontano (3 giugno-8 luglio 2017) che ha contorni così vicini e in nome del quale si sta preparando il solito corpo di spedizione di almeno 20.000 fan che voleranno dall’altra parte del mondo. Traducendo dal dollaro kiwi, da 79 a 228 sterline per i test, Nessuna partita internazionale o incontro del SuperRugby su suolo neozelandese ha mai visto tariffe così alte.

Andrew Tew, capo dell’esecutivo della NZ rugby union ha ammesso che siano un po’ cari ma che il tour è atteso da dodici anni e che, tutto sommato, si spende più o meno lo stesso per assistere a un quarto di finale di Coppa del Mondo. Una politica più moderata è stata messa in campo (da 23 a 79 sterline) per le sette partite infrasettimanali che i Lions giocheranno contro le franchigie del SuperRugby, i New Zealand Provincial Barbarians e i Maori All Blacks. Riduzioni previste per i fanciulli: permettete ai pargoli di venire al rugby. (Cim.)

(nella foto di Shaun Botterill/Getty Images i British and Irish Lions fronteggiano l’haka a Auckland nel 2005 )

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