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Massimo Brunello è stato votato dai colleghi dello United Rugby Championship miglior allenatore della stagione 2024/2025.

“Un attestato di stima che mi fa  doppiamente felice – ha detto a caldo il coach delle Zebre -: perché viene dai tecnici del torneo e perchè premia il lavoro di tutto il gruppo. Questo riconoscimento va esteso all’intero staff e al lavoro che durante i mesi scorsi abbiamo svolto con impegno e grande passione”.

Qui sotto trovate una sintesi dell’intervista di Alessandro Cecioni a Massimo Brunello pubblicata sul numero 202 di Allrugby, attualmente in distribuzione, per leggerla in versione integrale abbonatevi qui alla versione digitale del magazine.

Un bicchiere bello pieno

Quando l’8 maggio 2023 fu annunciato Massimo Brunello come nuovo allenatore delle Zebre, molti si chiesero perché avesse accettato: la franchigia federale era reduce da una stagione fallimentare, senza risultati, con una governance traballante e giocatori stranieri scelti senza criterio in uscita. Brunello, invece, veniva da anni positivi con l’Italia U20, e sapeva a cosa andava incontro:

“Sì, percepivo quello sguardo: vediamo se ce la fai. Il sottinteso era chiaro: non ci riuscirai. Invece…”

“Abbiamo raggiunto l’obiettivo più importante: dare un’identità alla squadra, creare un gruppo coeso con più italiani possibile. Siamo stati competitivi, abbiamo battuto avversari importanti e ritrovato fiducia. Ma la vittoria più grande è stata proprio il clima che abbiamo ricreato”.

I festeggiamenti dopo la vittoria a Belfast con l’Ulster (©INPHO/Laszlo Geczo)

Fondamentale il lavoro sui leader: Fischetti, Bigi, Morisi, Licata, Ruggeri, Prisciantelli e Buonfiglio.

“Mi hanno aiutato a trasmettere la visione. Sono riuscito a mescolare bene giovani e senatori”.

Errori? “Come molti allenatori, mi ero fatto idee sbagliate su alcuni giocatori. Ma mi hanno fatto ricredere, in positivo”

Lo sa che ci sono quelli che dicono che il vero allenatore sia Mattia Dolcetto?

Eh lo so che ci sono quelli che dicono così e sono contento di questo. Mattia è un bravissimo allenatore, è il mio braccio destro. Fa le cose che ci sentiamo di fare, riesce a metterle in campo. Di più, quando pensiamo una cosa lui la sta già facendo in campo dove è stato più di me. Io quest’anno mi sono occupato molto della gestione. Un grande lavoro lo ha fatto anche Aldo Birchall, per la difesa, dove siamo andati molto bene, e poi Emiliano Bergamaschi e David Sisi sugli avanti. Siamo un bello staff”.

Le vittorie simboliche? “Quella con Munster è stata uno spartiacque, ma anche il pari a Edimburgo e la quasi vittoria sugli Sharks. E poi la vittoria ‘fantasma’ contro Benetton a Treviso”.

A Llanelli lo scorso autunno in occasione di Scarlets vs Zebre (©INPHO/Mike Jones)

Il rapporto con Quesada è ottimo: “Massima collaborazione sulla gestione dei giocatori. È decisivo lavorare insieme”.

Sul futuro: “Il rugby va verso un’élite esasperata. Il livello intermedio sparirà. Servono programmazione e risorse. Ma il rugby italiano ha potenziale”.

E le Zebre? “Con soli 39 giocatori e pochi mezzi, guardate cosa abbiamo fatto. Il bicchiere non è mezzo pieno: è pienissimo”.

La foto del titolo è di ©INPHO/Steve Haag Sports/Darren Stewart

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