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La corrida di Croke Park finisce come finivano di solito gli spettacoli di tauromachia: a cedere sono i Bulls, i Tori di Pretoria, tre finali, tutte perse. Il campionato che ha cambiato più nomi (Celtic, Magners, Pro 12, Pro 14, oggi Urc) è del Leinster (32-7) ed è la nona. Gli irlandesi non vincevano dal 2021. L’ultimo successo in Champions risale al 2018. Vincere era necessario, vitale, specie dopo la semifinale ceduta al Northampton.
La grinta di Van der Flier dopo aver segnato la meta del 19-0 (Foto Leinster/Instagram)
A Croke Park, pioggia nella prima parte, record di pubblico per una finale irlandese di Urc: i 46.000 per Leinster-Scarlets vengono superati dai 46.127 presenti. Mischia e capacità di attrito nei punti d’incontro: i Bulls smarriscono subito le specialità della casa e non riescono mai a rallentare l’Irlanda (pardon, il Leinster con un Jordie Barrett in più e con l’orgoglio di fornire una grossa pattuglia ai Lions) che può fare a meno con disinvoltura del direttore di gioco Gibson Park, fermato per un piccolo problema in riscaldamento e rilevato da McGrath.

Sofferenza immediata, capita quando non si riesce a fermare chi fa saltare i chiavistelli come Sheehan e chi, Conan, sa approfittare della porta aperta della cassaforte. Dopo la forza, il pezzo di bravura: calcetto di McGrath, Barrett, partito su filo, non raccoglie ma… calcia il calcetto e va a esplorare una voragine. E’ la settima meta in questo suo periodo irlandese in esaurimento. Al suo posto arriverà Rieko Ioane. La coralità di una squadra viene espressa dalla maul: quella degli irlandesi non concede pietà (Baird uomo del match per i placcaggi e per questo gran lavoro) anche se si trova di fronte Wiese, Coetzee, Van Staden e altri di gran stazza. E’ Van der Flier a staccarsi e a festeggiare.
McGrath sta per introdurre sotto gli occhi di Andrea Piardi (Foto Urc)
Parentesi su Andrea Piardi: McGrath e Vorster si spintonano e quando l’avanti irlandese va a terra il sudafricano gli piazza la mano in faccia, nei pressi degli occhi. Piardi osserva il filmato e opta per la clemenza. A seguire, lezioncina garbata rivolta alle prime linee: “Non erano questi gli accordi che avevamo preso prima del match”. Il vecchio Jake White assiste dalla tribuna a un tentativo di reazione dei suoi: prima una manovra a 18 fasi che va a poggiare sulla capacità di fare a capocciate dei duri di Pretoria e che si chiude con un assurdo calcio di Le Roux (viale del tramonto ormai imboccato) e poi altre 16 per approdare a nulla, senza mai riuscire a innescare Sebastian de Klerk, in gran forma nella semifinale con gli Sharks. La difesa dei blu è feroce, efficace.
Jordie Barret e Rg Snyman si abbracciano a fine partita (Foto Leinster/Instagram)
Ai Bulls riesce finalmente l’organizzazione di una buona maul: van der Merwe, appena entrato, si sa mimetizzare nel groviglio e va oltre la linea. E’ una breve parentesi: i blu riprendono in mano le redini con due calci di Prendergast (e uno elementare fallito) e con la meta finale di Gunn, appena entrato. Due sudafricani felici: il gigante Rg Snyman e Jacques Nienaber che siede alla destra di Leo Cullen, giraffone sorridente.
Nella foto di apertura l’esultanza dei giocatori irlandesi dopo la vittoria (Foto Leinster/Instagram)
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