Mey e Odiase non hanno giocato nemmeno una partita in questo tour estivo per due ragioni. Una tecnica e una, diciamo così, politica. Le spiega con lucidità, come sempre, Gonzalo Quesada. Quella tecnica. “Giocano in due squadre di Top14, ma hanno giocato nelle accademie, negli Espoirs, non da titolari, un livello molto lontano da quello internazionale. Abbiamo anche valutato la possibilità di un loro impiego, ma alla fine non ci sono sembrati ancora pronti. Averli portati con noi è stato utile per farli entrare in contatto con un’intensità di gioco diversa, li abbiamo spronati a fare meglio, a impegnarsi ancora di più”. Seconda ragione, quella “politica”. “C’era una richiesta precisa da parte della federazione e del presidente, lo ha detto spesso anche a voi, di mantenere una continuità con i progressi dimostrati nel Sei Nazioni. Quindi no alle sperimentazioni e sì al lavoro per una crescita ulteriore del gruppo”.
Nonostante la fatica accumulata nei mesi dai titolari azzurri. “Sui tour estivi ci sono state due linee di pensiero, noi abbiamo usato i titolari, come ha fatto l’Irlanda, altre squadre i giovani, formazioni sperimentali, la Francia su tutti. Ma hanno impiegato giovani che sono titolari in Top14”. E ora? “Ora i ragazzi devono riposarsi, con Marco Bortolami ne abbiamo parlato e abbiamo concordato che chi ha partecipato al tour non rientri nel gruppo Benetton per almeno cinque settimane dal ritorno in Italia, tre libere dal rugby, vacanza assoluta, due di preparazione individuale”.
E comunque questa tournée nel Pacifico non è stata il toccasana per fatica e gioco. “La dovevamo fare e l’abbiamo fatta, ma non è stato semplice, pochi allenamenti, molti viaggi in aereo, cambi incredibili di clima, dal caldo umido delle isole al freddo intenso della Nuova Zelanda, ora di nuovo al caldo torrido di Tokyo con due allenamenti in condizioni estreme. Certo non siamo gli unici in questa situazione. La Francia si è trovata con il test contro l’Argentina, lo spostamento a metà settimana per giocare con l’Uruguay, poi rientro per affrontare il sabato di nuovo i Pumas. In mezzo ci sono stati l’incidente dell’estremo che ha postato frasi razziste (subito mandato a casa, ndr) e due giocatori arrestati per violenza”. E con Quesada, argentino, contattato dallo staff francese per trovare un avvocato ai due arrestati. “Prima del secondo test con l’Argentina, hanno dovuto lavorare ogni giorno, fino all’una/le due di notte, su questi fatti extra sportivi. Non facile nemmeno per loro”
Fra le squadre impegnate nei tour estivi qual è quella che ha impressionato di più? “L’Inghilterra senza dubbio, ha fatto progressi incredibili rispetto al Sei Nazioni”. L’Irlanda ha vinto il secondo test con il Sudafrica grazie a un drop all’ultimo secondo. Una scelta di gioco che sembra caduta in disuso. “Io con i Pumas ne ho realizzati sette – dice il ct azzurro – e sono un rompiballe su questa scelta, ci allenavano a usare destro e sinistro, certo con un piede più forte, ma con la possibilità di usare l’altro in caso di necessità. Da noi lo vedo poco. Mi ha stupito Marin che ne tenta uno (sbagliato) contro Tonga quando era ininfluente per il punteggio. Ma bene. significa che ha quella scelta in testa. Nella semifinale Rovigo-Petrarca i rodigini hanno avuto forse un paio di occasioni alla fine per mettere un drop, non lo hanno tentato, mi sono stupito”. E fra te e Dominguez chi era più bravo nei drop? “Lui è ancora più competitivo di me, diciamo lui così stiamo tutti tranquilli”, ride.
Due gli esordienti assoluti nel tour, Gallagher e Zarantonello. Impegnati nella prima partita e poi non più schierati. “Si erano allenati bene e nel primo incontro non erano disponibili né Capuozzo né Nicotera. Fanno parte di questo gruppo, sono giocatori su cui possiamo contare”. Che è un po’ anche quello che accade per la scelta di Trulla ala con il Giappone al posto di Ioane leggermente infortunato.
Che Giappone vi aspettate? “Guardando la partita con la Georgia abbiamo capito che squadra ha in mente Eddie Jones, vuole far diventare il Giappone la più veloce che esista e ha giocatori che per doti tecniche e fisiche lo possono fare. Noi in questi pochi giorni abbiamo allenato la difesa più che l’attacco, dopo due squadre che ci aggredivano frontalmente (Samoa e Tonga, ndr) dobbiamo adattare la difesa al gioco laterale in velocità. Fra i lanci di gioco che abbiamo provato in questi mesi ne abbiamo scelti alcuni che ci sembrano giusti per il Giappone. Continuando a sviluppare il mix fra gioco al piede e alla mano, con particolare cura nelle fasi di transizione fra l’uno e l’altro”.
Si gioca domenica alle 7.05 ora italiana (14.05 a Sapporo). Diretta su SkySport Arena e in streaming su Now. Dirige l’inglese Christophe Ridley.
Questa la formazione degli azzurri: Capuozzo, Lynagh, Brex, Menoncello, Trulla, P. Garbisi, Page-Relo, L. Cannone, Lamaro (cap), Vincent, Zambonin, N. Cannone, Riccioni, Nicotera, Fischetti. A disposizione: Lucchesi, Spagnolo, Ferrari, Ruzza, Zuliani, A. Garbini, Marin, Zanon.
Nella foto di apertura Gonzalo Quesada parla con i giocatori al termine dell’allenamento a Tokyo (Foto Federugby)