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Tutto è pronto per l’annuncio ufficiale (mercoledì 13 dicembre, presso il Municipio di Treviso): Benetton continuerà a rappresentare l’Italia nella ex lega celtica, come minimo fino alla stagione 2027/2028 compresa. Un annuncio che alla Ghirada aspettavano da mesi, visto che i contratti dei giocatori, con proiezione sul ciclo quadriennale della Coppa de Mondo, si fanno ormai per una durata media di quattro anni. E senza il quale il Treviso sarebbe stato costretto a spalancare per i propri atleti le porte verso l’estero. Di conseguenza la Fir continuerà a sostenere la formazione biancoverde per altre quattro stagioni, con verifica però dopo le prime due. In mezzo al quadriennio incombono le elezioni federali, pertanto meglio non andare troppo in là….

Il patto precedente era stato stipulato nel mese di ottobre 2018, allorché PRO 14 e Federugby si accordarono per estendere fino al 2023 la partecipazione di due franchigie italiane nel torneo. Contestualmente venne stabilito che nel giro dei successivi 12 mesi, l’Italia sarebbe diventata partner paritetico della competizione.
Un passaggio formale che, nel 2020, quando CVC acquistò per circa 138 milioni di sterline il 27% del PRO14, portò all’Italia una plusvalenza di circa 14 milioni di €.

I contributi a Benetton e Zebre 
Nel bilancio 2021, l’ultimo pubblicato dalla Fir sul sito ufficiale, risulta che la partecipazione delle due franchigie italiane allo United Rugby Championship viene finanziato con un contributo, rispettivamente di 5,5 milioni alle Zebre e circa 4, 7 milioni al Benetton, cifre che dovrebbero essere confermate anche le prossime stagioni. Ciò a fronte però di entrate complessive previste per il 2023 in calo di circa il 4%, che arrivano a -30% nelle voci “Test match internazionali e Test internazionali franchigia FIR” (qualunque cosa questa ultima voce voglia dire).
Per la stagione 2024/2025, tra l’altro, la Fir ha già annunciato tagli di circa il 40% nei contributi ai Poli di sviluppo territoriali.
Nel frattempo la ex Lega Celtica si è allargata alle quattro formazioni sudafricane, con i Cheethas, la squadra di Bloemfontein, detentrice della Currie Cup, “invitata” a prendere parte, già dalla scorsa stagione, alla Challenge Cup.
Giacché le licenze di partecipazione allo United Rugby Championship appartengono alle singole federazioni, mercoledì, a Treviso, verrà annunciato che in conseguenza di un nuovo accordo quinquennale (2023-2028) tra URC e Fir, Benetton continuerà ad essere uno dei due club designato a rappresentare l’Italia nel Torneo.
Dell’altra franchigia, la scorsa estate, nel corso di una visita ufficiale alla Cittadella del Rugby, il presidente della Fir ha detto: “Siamo vicini alle Zebre e molto del nostro futuro è qua. Le Zebre sono a Parma e rimarranno a Parma”.
Nella sostanza, pertanto, niente di nuovo sotto il cielo ovale.

Rugby sempre più a caccia di denaro 
Con CVC titolare del 27% degli introiti commerciali, per gli altri partner diventa difficile continuare a godere delle stesse entrate del passato. Salvo allargare il business attraverso nuove manifestazioni.
World Rugby ha annunciato di recente la nascita di una nuova competizione internazionale per squadre nazionali a partire dal 2026. Ma da tempo si parla per quella data della nascita anche di un campionato mondiale per club con il coinvolgimento delle formazioni australiane e neozelandesi, rimaste alla periferia degli interessi commerciali dopo il trasferimento delle squadre sudafricane dal Super Rugby alle competizioni europee.
Grandi movimenti, dunque, nel firmamento del rugby internazionale: nel prossimo futuro conteranno certamente i risultati, ma anche la capacità di generare introiti, sponsorizzazioni, accrescere le entrate frutto dei diritti televisivi in una parola comanderà sempre di più il denaro. Su questo terreno, in Italia c’è ancora molto da fare visto che la Champions Cup e Challenge Cup alle nostre latitudini sono rimaste quest’anno senza copertura televisiva.

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