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Doveva essere la panchina a vincere per l’Inghilterra la semifinale contro il Sudafrica e invece sono stati i sostituiti a perdere il confronto con la “bomb squad” sudafricana che nel secondo tempo ha devastato la mischia inglese servendo a Pollard il calcio per la vittoria, 16-15 per i campioni del mondo in carica il risultato finale.

l’Inghilterra è stata in vantaggio per 77 minuti e per una cinquantina buona, fino al drop di Farrell del provvisorio 15-6, è sembrata in pieno controllo delle operazioni.

Le cose sono cambiate radicalmente intorno al 60’ quando la touche della formazione di Steve Borthwick, fino a quel momento perfetta, ha cominciato a scricchiolare e subito dopo, ha ceduto la mischia, con Sinckler, a destra, incapace di contrastare la spinta di Ox Nchè.

Nel primo tempo, l’Inghilterra aveva vinto nettamente la battaglia aerea, con Freddy Steward impeccabile sotto i palloni alti dei sudafricani. Contenti di lasciare la palla agli avversari, gli inglesi al riposo, avevano avuto un possesso del 51% mentre il territorio era stato del 58% sudafricano. La differenza? L’Inghilterra aveva raccolto punti praticamente ad ogni visita nei 22 avversari, mentre il Sudafrica aveva sprecato molto, regalando punizioni e turnover quando aveva avuto occasioni di segnare.

Il gioco degli Springboks era così farraginoso che poco dopo la mezzora, Erasmus e Nienaber hanno deciso di togliere Libbok per affidarsi all’esperienza e al piede di Pollard. Decisione giusta: a 11’ dalla fine, Pollard ha piazzato in touche, a 5 metri dalla linea di mete inglese, una punizione conquistata dalla mischia nei 22 sudafricani; dalla rimessa laterale è nata la meta di Snyman, su un errore in difesa di Billy Vunipola. E poco dopo, il mediano di apertura dei Leicester Tigers ha messo a segno da 50 metri i 3 punti della vittoria, altro calcio assegnato dall’arbitro per un’infrazione della prima linea inglese.

Nella ripresa le statistiche si sono invertite: l’Inghilterra ha giocato per il 58% nella metà campo degli Springboks, ma non è riuscita a mantenere il livello di efficacia della prima frazione di gioco: dopo il drop di Farrell le visite nei 22 avversari non hanno più prodotto punti, una touche chiamata storta dall’arbitro, una punizione contro la prima linea in maglia bianca hanno cambiato il corso della partita.

Come nel match tra Sudafrica e Francia alcune decisioni dell’arbitro neozelandese O’Keeffe sono apparse controverse, in particolare quella in occasione del calcio di punizione che ha deciso il match. Gli arbitri ormai decidono le partite come e più dei giocatori.

Partita in parte condizionata dalla pioggia che l’Inghilterra ha cercato di sfruttare a proprio favore calciando la bellezza di 42 palloni (il 93% del proprio possesso!) negli 80 minuti. Non è esistito il gioco al largo: gli Springboks non hanno aperto un solo pallone oltre i  30 metri dai punti di scontro, gli inglesi solo l’uno per cento dei quelli avuti a disposizione.

Sabato prossimo Nuova Zelanda e Sudafrica si giocheranno la possibilità di vincere la Webb Ellis Cup per la quarta volta e con essa il titolo di miglior squadra dell’ultimo mezzo secolo. O quasi.

Nella foto di Adam Pretty – World Rugby/World Rugby via Getty Images- Alex Mitchell calcia sotto la pressione di Etzebeth

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