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Porta bene la Francia all’Argentina. Come nel 2007 i Pumas finiscono il torneo fra le prime quattro battendo il Galles, 29-17, nei quarti di finale. Primo tempo dominato per buona parte dai gallesi, in meta per primi con Dan Biggar e poi di nuovo a segno con calcio di punizione dell’apertura. Poi Biggar ha avuto la possibilità di portare i suoi sul 13-0, ma il penalty è uscito a sinistra guardando i pali. Galles colpevole di non aver concretizzato una netta superiorità territoriale nella prima mezzora mancando un paio di lanci in touche nei 22 avversari. Dopo quegli errori, lentamente l’Argentina è tornata in partita, approfittando anche delle incertezze gallesi nel gioco aereo. Due punizioni di Boffelli hanno mandato le squadre al riposo sul 10-6 per i Dragoni.

Nella ripresa, Galles di nuovo in vantaggio con Tomos Williams (17-12) dopo che Boffelli aveva portato davanti i suoi con altri due calci piazzati. Sorpasso decisivo dei Pumas a un quarto d’ora dalla fine con una meta di forza del pilone Sclavi. Poi, nel finale, dopo che l’ultimo assalto gallese si era arenato su un inutile tuffo di Rees-Zammit alla bandierina, la meta su intercetto di Sanchez a chiudere i conti in modo definitivo.

(Nella foto di Adam Pretty – World Rugby/World Rugby via Getty Image – Facundo Isa placcato da Ryan Elias)

Quattro gli episodi decisivi del match.

  • Alla metà del primo tempo un colpo al costato subito da Biggar ha ridotto di molto il raggio di azione dell’apertura: le incertezze dei gallesi nel gioco aereo hanno permesso all’Argentina di recuperare territorio e rientrare nella partita.
  • L’infortunio dell’arbitro Peyper, Intorno al quarto d’ora, sostituito dal primo assistente, l’inglese Karl Dixon, ha finito per rivelarsi decisivo, soprattutto per una decisione controversa nella ripresa.
  • Alla mezzora del secondo tempo, infatti, con il Galles in vantaggio 17-12, una spallata del numero 4 argentino Petti sul volto del centro Tompkins è stato valutato regolare dalla terna arbitrale (“non ogni colpo sul viso è fallo”, ha detto Dixon ai gallesi increduli). Dopo l’analisi del TMO, l’Argentina ha conservato il possesso nei 22 avversari, ha usufruito di una rimessa laterale a cinque metri dalla linea di meta del Galles e, dai e dai, ha segnato di forza con il pilone Joel Sclavi.
  • Infine, sul punteggio di 19-17 per gli albiceleste, un attacco dell’ala Dyer ha bucato la difesa argentina creando una superiorità numerica che i gallesi non hanno saputo sfruttare. Il placcaggio disperato di Moroni su Rees-Zammit ha impedito all’ala di schiacciare alla bandierina pe quella che sarebbe stata la meta decisiva.

Le statistiche

  • Il Galles ha perso 4 touche su 10, contro l’en plein (10/10) dei Pumas
  • 12 i calci di punizione fischiati contro il Galles, 7 quelli contro i Pumas
  • 1.384 i metri guadagnati al piede dall’Argentina, quasi il doppio del Galles 744.
  • Gli argentini hanno completato solo il 73% dei placcaggi, contro l’82% della Galles.
  • I Pumas hanno coperto meno metri palla in mano (414 contro 604) ma hanno giocato per la maggior del tempo (58%) nel territorio avversario (vedi gioco al piede). Questo dato in combinazione con una migliore disciplina ha dato all’Argentina una preziosissima vittoria e l’accesso per le terza vittoria (dopo il 2007 e il 2015) alle semifinali

La foto del titolo è di Adam Pretty (World Rugby/World Rugby via Getty Images)

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