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Probabilmente Kieran Crowley non conosce Zdeněk Zeman. Tuttavia c’è molto in comune fra i due. Entrambi prediligono il gioco d’attacco: ne scaturisce un’idea, spettacolare, che per vincere basta fare una meta (o nel caso di Zeman, un gol) in più dell’avversario.
Nei 18 incontri della sua gestione, Crowley ha subito fin qui 82 mete, per una media di 4,56 a partita. Conor O’Shea aveva chiuso il suo triennio con un passivo di 4,9 per match, Franco Smith aveva fatto molto peggio: nel Sei Nazioni 2021, 34 mete in cinque partite.
Las squadra di O’Shea ne realizzava 1,8 per match e quella di Smith 1,39.
Crowley in questo Sei Nazioni ha migliorato quelle medie segnando due mete in ognuno dei quattro incontri finora disputati.
Il problema pertanto resta quello sottolineato da Lamaro, dopo il match con il Galles: se concedi una media di 30 punti a partita, per vincere ne devi fare almeno 31. Cosa che l’Italia negli ultimi anni ha fatto solo con la Russia, la Namibia e il Canada (2019), il Portogallo, la Romania e Samoa (2022).
Gli Azzurri nella loro intera storia del Sei Nazioni solo tre volte hanno segnato più di trenta punti, l’ultima nel 2007, ma la buona notizia è…che fu con la Scozia a Murrayfield!
Sia Scozia che Italia sono due formazioni assai orientate all’attacco. Crowley ha scelto l’esordiente Gesi per rimpiazzare Padovani e Fusco al posto di Varney. Fusco è un numero 9 che dà grande ritmo all’azione e aggiunge ulteriore imprevedibilità al gioco. Gesi è molto, molto rapido e con un gran fiuto per la meta. Le sue caratteristiche si inseriscono nella linea indicata dal ct: giocatori veloci, orientati all’attacco, come Capuozzo, Menoncello, Bruno. Con loro, inevitabilmente, si perde qualcosa in difesa. E di questo abbiamo scritto più sopra.
Il dubbio che riguarda Gesi è che, trattandosi di un debuttante, non ha mai giocato davanti un pubblico come quello di Murrayfield, con tutta la pressione del caso.
La Scozia sarà priva di Finn Russell, numero 10 cui piace attaccare la linea e tenere in apprensione le difese avversarie.
È il tipo di giocatore che l’Italia soffre maggiormente, quindi la sua assenza in qualche modo potrebbe essere una buona notizia per gli Azzurri.
Kinghorn, che lo sostituirà, riceve la palla normalmente in posizione molto più arretrata. Il che significa concedere alla difesa dell’Italia un po’ più di spazio, e di tempo, per cercare di fermare le incursioni degli attaccanti in maglia blu i quali, palla in mano, sono formidabili. La Scozia è il terzo attacco del torneo, con 13 mete (Francia e Irlanda ne hanno messe a segno 16). Huw Jones guida la classifica dei marcatori con 4. E lui e van der Merwe occupano i primi posti della classifica dei metri coperti palla in mano.
Spesso l’attacco dell’Italia, viceversa, parte troppo da lontano, sia pure con combinazioni straordinarie, come si è visto anche contro il Galles. Se fosse stata concessa, la meta di Brex, nel primo tempo, sarebbe stata una delle più spettacolari del torneo.
Muovere la palla più vicino alla linea di meta avversaria consentirebbe di ridurre un po’ i rischi di una tattica che cattura l’occhio dello spettatore ma regala ancora tanti errori.
Per conquistare metri e campo servirebbe l’apporto di un robusto gioco al piede, di cui l’Italia attualmente ancora non dispone.
La Scozia è certamente più equilibrata nell’occupazione del campo e nel rapporto possesso/territorio. Ha una mischia pesante, è forte nei break down e regala tanti palloni ai contrattacchi avversari, tant’è che è la squadra, dopo la Francia, che ha effettuato più placcaggi in tutto il torneo. Ma è anche quella che ne ha mancati meno.
Ha esperienza, presenza fisica e sostanza. L’Italia cercherà come ha fatto con tutte le altre squadre di sorprenderla sul ritmo e la velocità negli spazi. Il nostro limite finora è stato nell’accuratezza del gesto. Precisione palla in mano e pochi regali nella transizione, queste le armi per provare a vincere a Murrayfield per la terza volta nella storia. Arbitra Angus Gardner, un altro australiano dopo Murphy. Ma con ben altra esperienza e personalità. Speriamo. (glb)

Scozia: Smith; Steyn, Jones, Tuipulotu, Van der Merwe; Kinghorn, White; Dempsey, Watson, J. Ritchie; J. Gray, Skinner; Z. Fagerson, Turner, Schoeman. a disp. Ashman, Sutherland, Nel, Cummings, M. Fagerson, Price, Healy, Redpath
Italia: Allan, Bruno, Brex, Menoncello, S, Gesi, P. Garbisi., Fusco, L. Cannone, Lamaro, Negri, Ruzza, Iachizzi, Riccioni, Nicotera, Fischetti. a disp. Manfredi, Zani, Ceccarelli, N. Cannone, Pettinelli, Zuliani, A. Garbisi, Morisi.
*esordiente

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