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Le Zebre ci hanno preso gusto, si regalano un percorso netto in questo avvio dell’United Rugby Championship inchiodando alla resa (22-20, 3-3 il conto delle mete) i Lions di Johannesburg all’ultimo istante utile al termine di una partita scorbutica e imprevedibile nel suo procedere senza un padrone. Come la settimana prima contro Edimburgo il sorpasso definitivo arriva quando i buoi sembrano oramai scappati dalla stalla, la meta decisiva è figlia di un eccezionale lavoro degli avanti e di quel senso di appartenenza che Massimo Brunello sembra aver infuso nei suoi.

La meta nel primo tempo di Guillermo Stavile (foto Stefano Delfrate)

Nel primo tempo tutto sembra apparecchiato per un tranquillo pomeriggio di relax, le Zebre prendono subito il controllo della gara, gestiscono con calma il possesso, si appoggiano a una mischia dominante con Neculai e Hasa che si trasformano in un incubo per la prima linea avversaria e quando devono difendere lo fanno con ordine, ricorrendo in emergenza all’incredibile abilità diffusa che utilizzano quando c’è da recuperare palloni preziosi nel breakdown (6 turnover provocati per tenuto a terra). In questa scia che se non è dominio poco ci manca, si infila moto perpetuo Stavile (man of the match) che conclude in meta una splendida azione avviata lungo la touche da un break mortifero di Gesi, alimentata da Fusco, con un veloce punto d’incontro di Ruggeri dal quale esce l’ovale che Da Re trasforma in una sventagliata all’altro lato del campo per sfruttare le gambe dell’argentino che si è fatto le ossa a Rovigo. Poco dopo sempre Stavile replicherebbe l’impresa, ma la sua meta viene annullata dopo lunga revisione del Tmo perché Gesi durante la maul avrebbe ostacolato il tentativo di Du Plessis di uscire dal mucchio per difendere al largo. Nessun problema, i Lions sono pasticcioni, non sembrano sudafricani tanto soffrono il potere fisico del pack di casa e così si lasciano travolgere da una delle tante maul generate da touche offensive in cui Ortombina e Krumov dettano legge. Di Bartolomeo si fa trasportare in meta dal carretto e questa volta il Tmo ci riprova ma non riesce a scovare alcuna scorrettezza. Si va al riposo (12-3) con la sensazione che non si sia raccolto per quanto seminato.

La sensazione diventa certezza alla ripresa delle fatiche, di colpo la partita cambia direzione, adesso i Lions sembrano viaggiare a doppia velocità con le Zebre che si fanno sorprendere da un pericoloso letargo e sono costrette a rifugiarsi nell’indisciplina. Un penalty dietro l’altro arriva anche il cartellino giallo che potrebbe cambiare il senso della giornata: Locatelli si fa pescare in fuorigioco e paga per tutti la sanzione, lascia i suoi in 14 e i 10 minuti di inferiorità numerica sono un supplizio. I Lions segnano un uno-due che potrebbe mandare al tappeto i padroni di casa, prima Kotze che capitalizza un contrattacco furioso acceso da un banale errore di Da Re al piede, poi vanno addirittura in vantaggio (12-13) con Keyter che sfrutta la morbidezza dei placcaggi zebrati. 

Le Zebre non ci stanno, Roger Farias piazza tra i pali il calcio del momentaneo sorpasso, ma è un attimo di respiro prima dell’apnea provocata a 5 minuti dal termine dalla meta di Brandon ispirata da una delizia di Pead, il diciannovenne che a inizio estate aveva guidato il Sudafrica alla conquista del Mondiale U20 disputato in Italia. Dobela trasforma (15-20), la strada si mette in salita.

La trasformazione di Roger Farias, per i due punti delle seconda vittoria consecutiva (foto Delfrate)

Ma le Zebre d’annata hanno mille vite, l’ultimo assalto è entusiasmante per precisione, durezza degli impatti, controllo dell’ovale. Nei 22 avversari le fasi non si contano, le forze nuove del pack devono dimostrare qualcosa e lo fanno con un arrembaggio di gran qualità, lasciando da parte l’ansia che troppe volte in passato aveva rovinato tanto lavoro. Thomas Doinguez distribuisce un’infinità di palloni, fino alla carica definitiva di Nocera che vale il pareggio. Roger Farias ha sul piede il pallone della vittoria, ci mette una vita a piazzarlo sulle tee, aspetta con fin troppa calma e quando lo shot clock arriva a zero decide di regalare a Parma, e al rugby italiano, un successo che ha il sapore di una nuova era.

Zebre – Lions 22-20 (primo tempo 12-3)

Zebre Parma: Montemauri (54’ Farias); Belloni, Bertaccini (53’ – 68′ Zanon), Mazza, Gesi; Da Re (68′ Zanon), Fusco (75’ Dominguez); Ruggeri, Stavile (49’ Ferrari), Locatelli; Krumov (capitano) (69’ Bertaccini), Ortombina (58’ Volpi); Neculai (46’ Nocera), Di Bartolomeo (68′ Ribaldi), Hasa (64’ Pitinari).

Allenatore: Massimo Brunello

Emirates Lions: Horn; Keyter, van Wyk, Kriel (27′ Jonker), Davids; Smith, Steyn (70’ Pead); Horn (capitano), Venter, du Plessis (62’ Steenkamp); Delport, Oosthuizen; Schoeman (48’ Ntlabakanye), Marais (41′ Brandon), Kotze.

Allenatore: Hermanus Jan Van Rooyen

Arbitro: Craig Evans (Galles)

Cartellini: 47’ giallo Locatelli

Marcatori: 12’ meta Stavile (5-0), 17’ cp Smith (5-3), 36’ meta Di Bartolomeo, tr. Da Re (12-3), st. 53’ meta Kotze (12-8), 56’ meta Keyter (12-13), 63’ cp Farias (15-13), 75’ meta Brandon, tr. Dobela (15-20), 78’ meta Nocera, tr. Farias (22-20)

Nella foto del titolo la meta di Nocera all’ottantesimo minuto (foto di Stefano Delfrate)

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