La giovane Italia di lotta e coraggio, di difesa e gestione dei momenti complicati, vince la battaglia (17-12) nel fango contro l’Australia, rimette in carreggiata un Mondiale iniziato malissimo contro l’Irlanda e si guadagna la partita che può preludere al più bel piazzamento di sempre contro la Georgia (martedì 9 luglio). É quasi commovente quello che riescono a fare i ragazzi di Santamaria, all’Athlone Stadium di Città del Capo è giornata da tregenda, diluvio e vento a raffiche, l’ambiente giusto per confezionare imprese. Come lo scorso anno contro il Sudafrica gli azzurri si esaltano nella difficoltà, si affidano al loro marchio di fabbrica, quella mischia che fa gli straordinari e negli ultimi 10 minuti di terrore gestisce con saggezza, come mai le avevamo visto fare, una partita che dopo essere stata costruita sui muscoli, poteva scivolare via su una distrazione da un momento all’altro. Invece l’Italia dei giovani coraggiosi si è messa lì a testa bassa, ha mandato in tilt la disciplina dei canguri (15 penalties contro 9), un pickn’go dietro l’altro, mai uno svarione, una concessione alla fantasia, un azzardo che poteva costare caro.
L’Italia ha giocato spesso il vantaggio, è scesa in trincea, ha mangiato interminabili minuti al cronometro, si è concessa il lusso di trasformare in mischie i calci di punizione guadagnati, tanto da lì si era capito che nessuno sarebbe passato. Alla fine, all’ultimo rintocco del cronometro, all’ultimo assalto che si era arenato a un passo dalla meta, capitan Bozzo ha indicato i pali, era il momento giusto per chiudere il conto. Brisighella ha domato il vento, l’Italia ha vinto.
La differenza sul tabellone la fanno i 5 punti dalla piazzola (1 trasformazione e un piazzato dell’apertura azzurra), nella realtà la differenza la fa l’abnegazione degli avanti d’Italia, un sacrificio spropositato in difesa, una carica dietro l’altra in attacco e il fantastico dominio in mischia chiusa. In una partita così oppressa dal meteo e dal pallone viscido, le mete non potevano che arrivare dalla mischia (Bellucci nel primo tempo, Siciliano in avvio di ripresa), simili per costruzione, identiche per sostanza, la testuggine che si compatta, avanza, travolge e porta oltre la linea il pallone della gloria.
Serviva una risposta immediata dopo il crollo inaugurale e la risposta è arrivata forte e chiara, perché il Mondiale dei giovani è un’incognita dietro l’altra, come lo sarà martedì alla resa dei conti contro i georgiani che oggi hanno visto sfumare solo all’83’ il sogno di dare un dispiacere all’Irlanda. Impossibile fare previsioni, ma di sicuro sarà ancora scontro fisico, questione di muscoli e organizzazione. I giovani azzurri hanno dimostrato di gradire quel contesto, pochi fronzoli e si bada al sodo.
Da ricordare la prova collettiva degli avanti, con Bellucci eccezionale nel sacrificio personale, Siciliano chirurgico nell’andare a cacciare i palloni nella giungla dei raggruppamenti in giro per il campo e Botturi che, partito di rincorsa, ha dimostrato perché è lui il capitano in campo di questa squadra. L’impresa è confezionata e ogni prima volta ha sempre il sapore dolce della novità. Questa giovane Italia merita di goderselo fino in fondo.
World Rugby Under 20 Championship
2^ giornata girone B
Athlone Stadium, Cape Town
Australia U20 – Italia U20 12-17 (pt 0-7)
AUSTRALIA: Wilcox, Leahy, Pritchard, McLeod (71′ Goldsbrough), Staniforth, McLaughlin-Phillips (71′ Dillon), Nelson, Harley, Sawers, Ekanayake, McCrea (57′ Doyle), Macpherson (c) (67′ Thiegesen), King (31′ Bloomfield), Tuipulotu (46′ Edwards), Ieli (60′ Staniforth)
ITALIA: Belloni, Imberti (65′ Scalabrin), Bozzo (c), De Viliers, Elettri, Brisighella, Casilio, Milano, Bellucci, Casartelli (47′ Botturi), Gritti, Mirenzi (53′ Mirena), Pisani (58′ Ascari), Siciliano (63′ Gasperini), Pelliccioli
Mete: 27′ Bellucci, 43′ Siciliano, 45′ Tupulotu, 59′ Leahy
Trasformazioni: Brisighella (27′, 43′), McLaughlin-Phillips (45′)
Calci piazzati: 80′ Brisighella
Cartellini gialli: Sawers (41′)
Arbitro: Sam Grove-White (Sco)
Nella foto d’apertura i giocatori azzurri festeggiano la vittoria al fischio finale dell’arbitro (Foto di Thinus Maritz/World Rugby)