vai al contenuto principale

Mai come nel caso dell’incontro con l’Inghilterra vale il saggio principio “conta la prestazione più del risultato”. Nel caso delle nostre ragazze l’interrogativo era in particolare se sarebbero state in grado di porre alle avversarie dei problemi con il pallone, e se sarebbero riuscite a contenere in qualche misura la loro pressione. Le ultime volte non era andata benissimo (dodici mete concesse sia nel 2022 che nel 2023 contro una sola marcata), anche se va detto che i punteggi (0-75 e 5-68) erano stati in qualche misura ingenerosi rispetto comunque alla prestazione offerta. Oggi è andata meglio, anche se in una partita difficile da decifrare vista l’espulsione della terza centro Beckett al 12’.

Francesca Granzotto  e Natasha Hunt si fronteggiano al Lanfranchi durante Italia-Inghilterra  (Photo by Federugby/Federugby via Getty Images)

Ingresso in campo carico di emozione per la capitana inglese Marlie Packer che celebra il suo centesimo cap con la selezione inglese, ultima aggiunta ad una illustre lista capeggiata da Sarah Hunter, ora nello staff tecnico del XV della rosa. Pubblico delle grandi occasioni, con oltre tremila presenti che non hanno lesinato il sostegno alla nostra squadra. L’incontro inizia, come previsto, con l’Inghilterra in attacco e l’Italia che regge molto bene le fasi delle avversarie. La rimessa laterale azzurra funziona bene mentre la mischia patisce ma senza farsi sopraffare. Al 12’ un episodio chiave: la terza liea Beckett pulisce scorrettamente in una ruck, provocando un incidente a Sillari che la costringerà ad uscire tre minuti più tardi, sostituita da Emma Stevanin (le prospettive non sembrano purtroppo buone anche se occorrerà attendere gli esami medici). La Beckett diventa la prima vittima del bunker, visto che il giallo che le era stato originariamente attribuito diventa un rosso. Non cambia però il canovaccio della partita; la potenza fisica delle inglesi permette loro di gestire agevolmente le mischie chiuse, e l’esperienza di Ward e Aldcroft in seconda linea rende più problematico il nostro possesso in touche. L’Italia difende molto bene sul drive inglese, un miglioramento consistente rispetto al passato, ma non riesce a portarsi nella metà campo avversaria. Errori di trasmissione al largo e un’insistenza su calci dalla base non sempre efficaci finiscono per lasciare l’iniziativa alle inglesi che passano due volte, al 30’ con Botterman e al 35’ con Ward. In entrambi i casi Harrison (anonima la sua prova così come quella dell’altra grande rientrante, Scarratt) fallisce i pali. Si va al riposo su uno 0-10 certamente soddisfacente rispetto alle uscite precedenti.

Valeria Fedrighi e Giulia Cavina cercano di fermare un’incursione dell’inglese Kabeya (Photo by Federugby/Federugby via Getty Images)

Il secondo tempo inizia sulla falsariga del primo: l’Italia continua a soffrire la potenza fisica delle inglesi al breakdown e nelle fasi statiche, il drive da penaltouche stavolta funziona e porta alla meta di Packer al 44’ (0-15). Quando al 50’ una dormita collettiva concede a Kildunne uno slalom di 40 metri che finisce in mezzo ai pali le porte sembrano aprirsi, e si arriva rapidamente ad altre due segnature che portano il risultato sul 36-0.  A questo punto le azzurre hanno il merito di non mollare: provano a reagire, con qualche iniziativa specie di Granzotto e D’Incà, ma senza esiti. Neanche il giallo a Rowland a dieci minuti dal termine, con inglesi ridotte in tredici, cambia la situazione. Arrivano invece altre due mete per il 48-0 finale.

Come al solito, il nostro Sei Nazioni comincia dalla settimana post-inglese. Nonostante la sconfitta possa apparire pesante, si è sicuramente messa in mostra una maggiore competitività rispetto agli incontri precedenti. L’efficacia difensiva e la capacità di competere al breakdown per lunghi tratti della partita è stata sottolineata anche dalle inglesi nei commenti post-match. L’Irlanda ci porrà dei problemi molto più trattabili di quelli posti dalle inglesi.

nella foto di apertura una carica di Francesca Sgorbini con Beatrice Rigoni e Aura Muzzo in sostegno  (Photo by Federugby/Federugby via Getty Images)

Italia-Inghilterra 0-48

Mete: Botterman, Ward, Packer, Kildunne (2), Rowland, Carson, Powell (ING)

Trasformazioni: Harrison (3); Aitchison (ING)

Italia: 15 Vittoria Ostuni Minuzzi; 14 Aura Muzzo, 13 Michela Sillari (15’ Stevanin), 12 Beatrice Rigoni, 11 Alyssa D’Incà; 10 Veronica Madia, 9 Sofia Stefan (capitana; 59’ Granzotto); 8 Giulia Cavina (62’ Gai), 7 Francesca Sgorbini (57’ Pilani), 6 Isabella Locatelli; 5 Sara Tounesi (57’ Duca), 4 Valeria Fedrighi (54’ Fragipani); 3 Sara Seye, 2 Silvia Turani (59’ Gurioli), 1 Gaia Maris (59’ Stecca).

Cartellino giallo: Stevanin 80’.

Inghilterra: 15 Ellie Kildunne; 14 Abby Dow, 13 Helena Rowland, 12 Emily Scarratt (50’ Aitchison), 11 Jess Breach; 10 Zoe Harrison (61’ Megan Jones), 9 Lucy Packer (54’ Natasha Hunt); 1 Hannah Botterman (50’ Mackenzie Carson), 2 Lark Atkin-Davies (50’ Connie Powell), 3 Kelsey Clifford (50’ Maud Muir); 4 Zoe Aldcroft, 5 Abbie Ward; 6 Sadia Kabeya (59’ Feaunati), 7 Marlie Packer (59’ Alex Matthews), 8 Sarah Beckett.

Cartellino rosso: Beckett 12’, cartellino giallo: Rowland 67’

Arbitra Aurelie Groizeleau (FFR)

Torna su