Passi per gli arbitri, messi sotto la lente partita dopo partita come mai era successo (un fenomeno ormai non più episodico). Però qualcuno ha avuto da dire anche sul pallone della manifestazione, che si chiama Innovo Match Ball ed è stato prodotto dalla Gilbert, storica fornitrice della federazione internazionale, proprio per la Rugby Word Cup 2023.
Da un lato le sensazioni del mediano di apertura inglese George Ford dopo il (per lui) trionfale match con l’Argentina (“C’è qualcosa di diverso – ha osservato -, sembra che la palla viaggi più veloce e più a lungo”), riferite però a condizioni particolari di caldo, che, si è detto, potrebbero favorire un “rendimento” diverso dal normale. L’allenatore dell’Irlanda Andy Farrell aveva invece sottolineato un numero di errori nel controllo della palla superiore alla media. Ovali sfuggiti alla presa per colpa di Innovo Match Ball? In realtà la spiegazione starebbe ancora nel meteo.
“Nelle prime due settimane del torneo – dice Alessandro Fusco, uno dei mediani di mischia dell’Italia – le temperature erano molto alte. Sudore e calore rendevano i palloni scivolosi, ma non più di quanto succede, con le stesse condizioni, anche al di fuori della Coppa del Mondo. Quando abbiamo iniziato ad allenarci con i palloni che avremmo usato per i Mondiali, abbiamo trovato come sempre una patina, tipica per tutti quelli nuovi, che porta a qualche difficoltà di controllo in più, ma si perde in un paio di giorni. Naturalmente, erano nuovi anche i palloni usati nel captain’s run e nel giorno della partita”.
“Comunque – aggiunge il n. 9 delle Zebre – bisogna sempre considerare le condizioni ambientali. Contro la Namibia, il 9 settembre, abbiamo giocato all’una del pomeriggio: si sudava dalla testa ai piedi anche stando seduti in tribuna. La palla? Se un giocatore ci cade sopra con la maglia fradicia, se la tiene stretta al corpo per andare a contatto, è chiaro che nelle fasi di gioco successive sarà bagnata e più difficile da tenere in mano. L’handling migliorerà, ad esempio, dopo una touche, con il pallone asciugato dal tallonatore prima del lancio. In questo senso si fa più fatica rispetto a quando piove perché in quel caso sai già che, dall’inizio alla fine, dovrai tenere in considerazione la modalità palla-bagnata”.
Insomma, Innovo viene assolto, e anche le fasciature delle dita che sono state notate in molti giocatori non dipenderebbero da una caratteristica di questo “strumento” di nuova generazione: “Quello – spiega Alessandro – è un accorgimento usato da diversi giocatori in condizioni di pioggia, caldo, umidità. C’è chi pensa di averne un beneficio in termini di controllo e chi no. Una scelta individuale, tutto qui”.
E il pallone che avrebbe viaggiato più lontano? “Mah, per il mio ruolo in allenamento e in partita calcio spesso. Francamente, non ho riscontrato qualcosa di particolare. Alla fine penso che ogni giocatore avrà più o meno mantenuto la sua gittata”.