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La vittoria dell’Italia sull’Uruguay, che ha permesso agli Azzurri di salire all’undicesimo posto del ranking mondiale, quella dell’Irlanda sul Sudafrica e la, ormai, quasi certa eliminazione dell’Australia sono i temi più rilevanti del terzo turno della Coppa del Mondo

Più

  • L’Italia, dopo un primo tempo decisamente difficile, nella ripresa ha realizzato quattro mete contro l’Uruguay, ottenendo il bonus che non era riuscito alla Francia sei giorni prima. Nel secondo tempo il gioco degli Azzurri è stato molto più preciso e accurato e soprattutto la squadra ha saputo reagire dopo essere andata al riposo con 10 punti di svantaggio. “Una volta non l’avremmo saputo fare”, ha detto Crowley. Bene, bravi me contro Nuova Zelanda e Francia servirà molto di più.
  • Bella partita tra Irlanda e Sudafrica, praticamente nessuna interruzione da parte del TMO. Qualcuno lassù si accorge che una partita meno pause ci sono, tanto più è spettacolare e che gli spettori si divertono anche se viene segnata soltanto una meta per parte?
  • Il ritorno del Galles. Sette mesi fa i gallesi sembravano sull’orlo di una crisi di nervi, con i giocatori pronti a scioperare alla vigilia della partita del Sei Nazioni con l’Inghilterra: Gatland ha rimesso in ordine la casa traendo il meglio da quello che ha e, complice un tabellone favorevole, la squadra può puntare dritta alle semifinali
    Henry V. All’esordio nel Mondiale, Henry Arundell ha segnato 5 mete contro il Cile. Non è un record perché l’All Black Marc Ellis ne mise a segno 6 nel 1995 contro il Giappone. Ma a vent’anni per il momento il ragazzo si può accontentare.
  • Un anno fa il Portogallo era ventesimo nel ranking. In questa prima parte del Mondiale ha messo alla frusta il Galles e costretto al pareggio la Georgia che, alla viglia del torneo, lo precedeva di cinque posizioni. Potrebbe essere dei portoghesi il titolo di sorpresa della Coppa del Mondo.

Meno

  • I 96 punti della Francia alla Namibia, i 71 dell’Irlanda al Cile dicono nonostante tutti i tentativi di World Rugby non è facile riequilibrare le forze tra le varie partecipanti al torneo. Ma a parte i tifosi francesi e inglesi chi si è divertito ad assistere a due partite così?
  • Il frettoloso incarico (per cinque anni!!) affidato dall’Australia a Eddie Jones (nella foto, durante il warm-up prima del match col Galles, foto Daniele Resini/Fotosportit) all’inizio del 2023 si è rivelato un boomerang per i Wallabies che ora sfogliano la margherita: tenere o non tenere il coach?
  • Alcuni arbitri (compresi i Tmo e quelli addetti al bunker) stanno prendendo il loro incarico troppo sul serio: il primo tempo di Italia-Uruguay è durato 56 minuti, le interruzioni si sono sprecate. Il cartellino giallo sventolato a Boffelli nel match contro Samoa è sembrato decisamente un’esagerazione, in una partita in cui la prima espulsione temporanea è arrivata dopo 30” di gioco
  • L’infortunio a Dupont serve a ricordare che il rugby resta un gioco molto duro. E che la severità con cui vengono puniti gli interventi pericolosi, finora ha aumentato solo il numero dei cartellini, gialli e rossi, ma non ha diminuito quello dei placcaggi irregolari o degli interventi sciagurati. Il vecchio sloga di Mao Tse Tung, punirne uno per educare cento, qui non pare funzionare.
  • Delle cinque sfide tra Sei Nazioni e Rugby Championship disputate finora, l’emisfero sud ne ha vinta una solo, Sudafrica-Scozia, le altre: Francia v Nuova Zelanda (nella foto, di David Gibson/Fotosportit, Gael Fickou sfugge a Aaron Smith durante il matc inaugurale), Inghilterra v Argentina, Irlanda v Sudafrica e Galles v Australia, sono state tutte vinte della formazione europee. È presto per dirlo ma forse questo Mondiale sta per dirci che è in corso un cambio di direzione., in testa alle quattro pool ci sono quattro squadre del Sei Nazioni.

Nella foto di apertura, Nacho Brex attacca la linea, con Negri (a sinistra) e Allan in sostegno, durante il matc con l’Uruguay (Daniele Resini/Fotosportit).

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