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La notizia ha cominciato a diffondersi stamattina: il Daily Mail l’ha data per sicura e la radio della BBC l’ha rilanciata all’ora di colazione.
Poi anche gli altri organi di stampa si sono uniformati: dal 2025 Sudafrica nel Sei Nazioni al posto dell’Italia.
Alla Fir lo ritengono un annuncio privo totalmente di fondamento, ma nella giornata di giovedì 17 febbraio il tam tam si è fatto incessante.
I sudafricani dicono che il loro ingresso nel torneo è “sicuro al 100%”, che poi avvenga a spese dell’Italia e con quali modalità è tutto da vedere.
A spingere per una riforma del torneo sarebbe il fondo CVC divenuto partner della Sx Nations ltd un paio di anni fa e del cui ingresso, valutato circa 365 milioni di sterline per 1/7 dei diritti commerciali della manifestazione, le sei nazioni stanno beneficiando in termini economici, per l’Italia un incasso intorno ai 40 milioni di euro.
CVC vorrebbe un torneo commercialmente più appetibile e le stesse Home Union sono alla disperata ricerca di nuove entrate dopo due anni critici per la pandemia.
Il Sudafrica sicuramente porterebbe la competizione a un altro livello: gli Soringboks sono i campioni del mondo in carica e rappresentano una nazione in cui il rugby è lo sport più popolare.
L’Italia per contro in 22 anni non è riuscita ad affermarsi nel panorama internazionale né dal punto di vista tecnico (quella della prossima settimana contro l’Irlanda potrebbe essere la 100° sconfitta degli Azzurri in 113 partite dal 2000), né da quello economico: l’unico sponsor italiano sulle maglie della Nazionale è stato Cattolica, tra il 2018 e il 2021.
Sul piano formale qualunque decisione all’interno della società Sei Nazioni dovrebbe essere presa all’unanimità. Ma la scorsa settimana in un’intervista al settimanale francese Midi Olimpque, il presidente della Fir Marzio Innocenti aveva dichiarato che “il giorno in cui ci rendessimo conto di non essere adeguati, faremmo noi un passo indietro prima che ce lo dicano gli altri”.
La notizia della possibile esclusione dell’Italia a favore del Sudafrica ha suscitato reazioni negative da più parti. La Georgia da anni chiedeva un play off tra l’ultima classificata del Sei Nazioni e la vincitrice della Coppa Europa. L’ingresso degli Springboks escluderebbe un meccanismo di salita e discesa: una volta tolta l’Italia, l’anno successivo potrebbe toccare alla Scozia, al Galles, all’Inghilterra…accetterebbero mai?
La vittoria di venerdì scorso della U20 azzurra sull’Inghilterra, 6-0, dopo quella della U18 sui medesimi avversari nel mese di agosto, ha aperto squarci di speranza sul futuro del rugby italiano a livello internazionale.
Una sua brutale esclusione dal Sei Nazioni suonerebbe come monito per tutti i paesi fuori dalla cerchia tradizionale: non c’è posto per voi alla tavola ovale.
Molto altro succederà nelle prossime settimane. La battaglia è appena cominciata, ci vorranno risultati sul campo e tanta diplomazia.

Nella foto, il match fra Inghilterra e Sudafrica lo scorso novembre, in occasione delle Autumn Series, vinto dai Bianchi.

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