Ma perché quest’estate tutti giocano, fuorché l’Italia? Che non si potesse andare in Nuova Zelanda era da tempo chiaro: lunga la quarantena, molte le complicazioni per i viaggi transoceanici.
E infatti il Galles ha rinunciato ad andare in Argentina, dove era originariamente in programma la tournée dei Dragoni (senza i Lions) e l’Irlanda non andrà alle Fiji.
Però il Galles affronterà il Canada e l’Argentina a Cardiff, l’Irlanda gli Usa e il Giappone, e la Scozia sfiderà in trasferta la Georgia e la Romania. La Francia è la squadra che disputerà la tournée più dura: tre test contro i Wallabies in Australia. L’Inghilterra ospiterà Usa e Canada a Twickenham.
La Georgia giocherà addirittura due test in Sudafrica.
Domanda: era così difficile prevedere l’inevitabile cancellazione del tour in Nuova Zelanda e muoversi per tempo, per organizzare un paio di partite alternative? In pratica delle prime 18 del ranking internazionale quest’estate giocheranno tutte meno l’Italia, Samoa e Tonga.
In attesa del nuovo allenatore che prenderà il posto di Franco Smith forse sarebbe stato bene mettere mano anche al calendario.
Il prossimo appuntamento, invece, sarà a novembre, sempre contro gli All Blacks.
“Dopo lunghe e costruttive consultazioni tra le nostre Federazioni e le rispettive autorità nazionali, e dopo aver esplorato possibili alternative insieme a World Rugby, abbiamo dovuto prendere atto, nostro malgrado e con nostro profondo dispiacere, di come le condizioni attuali rendessero preferibile per la Nazionale concentrare le energie in vista della serie autunnale”, recita il comunicato federale.
Morale: tutti gli altri giocano, mentre gli Azzurri staranno a guardare.
Nella foto (di David Gibson/Fotosportit), gli Azzurri al captains run nello stadio di Murrayfield di Edimburgo prima di Italia v Scozia, l’ultimo match disputato dalla Nazionale.