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Finisce con la fanfara in festa al Battaglini un derby ancora una volta grondante rugby, passione, equilibrio, campanile. Vince (25-16, 1-1 le mete) Rovigo, ribalta nel secondo tempo il risultato dell’andata (13-8) e raggiunge Viadana nella sfida che assegnerà il titolo di Campione d’Italia. È l’episodio numero 183 di una storia infinita, la città più ovale d’Italia se lo prende alla sua maniera, giocando con coraggio, andando oltre i propri limiti in difesa, moltiplicando le energie per non soffrire l’inferiorità numerica (giallo a Tripodo per placcaggio pericoloso) nel momento in cui il mondo poteva caderle addosso.

Partita chiusa, spigolosa, sempre esemplare per la correttezza dei suoi interpreti, con il Petrarca che nel primo tempo sembra poter prendere in mano la gestione delle operazioni, anche se alla fine si va al riposo (10-10) in una blindata parità. Apre le danze Rafael Lertora, votato miglior giocatore di giornata non tanto per quel che non può fare in gioco aperto (all’ala palloni non se ne vedono…), ma per la giornata di assoluta perfezione balistica che contribuisce a spalancare la porta della finale: 100% dal tee e 17 punti personali che valgono una stagione. Pian piano Padova sale di colpi, alla mezzora la meta di Minozzi, al termine di un fraseggio sulla chiusa Citton-Tebaldi, premia il giocatore più elettrico dei tuttineri d’Italia e sembra indirizzare le sorti della semifinale. Rovigo è in affanno, Moscardi e Ferrario sono un’ira di Dio in difesa, ma hanno pochi palloni in attacco, Trotta dall’altra parte dispensa saggezza, è padrone della touche e del gioco aereo, ispira la sua mischia che non sembra avere tentennamenti. Fino all’ultima azione prima del riposo, alla folata tutto orgoglio dei Bersaglieri, a Ferrario che azzarda un calcetto oltre la difesa che sembra facile preda per Lyle, ma il suo tuffo per annullare la meta è goffo, la palla gli scivola sotto alla pancia e rimane in solitudine in area di meta. Arriva Belloni e schiaccia. Servirà un’infinita visione dei fotogrammi al Tmo per dipanare la faccenda, ma alla fine l’arbitro Bottino scova l’immagine giusta: meta, chiara ed evidente.

Nella ripresa Rovigo entra in campo con il fuoco dentro e il piede di Lertora in fiamme. Inizia una litania di calci che decide la sfida: Lertora che punisce l’ostruzione di Brugnara nel gioco a terra, Lyle che pareggia sempre per un fallo rodigino nel breakdown, Lertora che riporta i suoi avanti e Lyle che rimette tutto in parità, fino al calcio piazzato che spariglia le carte: Rovigo si affida al suo proficuo drive avanzante, Padova fa crollare tutto, da 45 metri e molto angolato sembra un azzardo voler inquadrare i pali, ma il venticello del Polesine accompagna l’ovale a destinazione. Il Petrarca vede volar via la finale 8 minuti più tardi, vince in tranquillità una mischia chiusa, ma sulla controspinta avversaria Brugnara perde gli appoggi e va giù sul prato. Lertora, sempre lui, regala il primo vantaggio pesante che sa di finale a Rovigo (22-16). Gli ultimi 10 minuti sono storia di derby, Rovigo alza le barricate, resiste, non fa un passo indietro, placca e rilancia, fino all’ultima azione, a una infinita serie di ripartenze per offrire a Brandon Thomson, apertura entrata in corso d’opera che con i suoi calci infiniti ha ricacciato indietro ogni speranza degli ospiti, all’ultimo giro di orologio il pallone per il drop che inaugura la serata di festa del Battaglini. Appuntamento per il gran finale a Viadana-Rovigo, tra 2 settimane. Se queste sono le premesse sarà una battaglia di nervi.

Nella foto del titolo (Rugby Rovigo Delta) Mirko Belloni autore dell’unica meta dei rossoblù polesani

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