
Per i tifosi del Munster restare fuori dai play e non partecipare alla Champions Cup, una competizione che il club si è aggiudicato due volte, nel 2006 e nel 2008, e nella quale in altre due occasioni è arrivato in finale (2000 e 2002) è un’ipotesi inconcepibile.
L’esclusione della Red Army dalla massima competizione europea, oltretutto sarebbe un grande smacco per il rugby irlandese, dopo l’eliminazione in semifinale del Leinster per mano dei Northampton Saints, la scorsa settimana: Connacht e Ulster sono già fuori dai play off e quindi non prenderanno parte alla Champions Cup della prossima stagione. Se a loro dovesse unirsi anche il Munster per l’intera Irlanda sarebbe un disastro.
Jonny Holland, ex apertura del club dice che se il Munster vuole evitare di scrivere una pagina negativa della propria storia, deve lasciarsi alle spalle le difficoltà in touche e in difesa.
Da sinistra Peter O’Mahony, Conor Murray e Stephen Archer, tutti e tre sono all’ultima partita a Cork (foto @INPHO – Munster Rugby)
Le 56 mete subite dalla formazione sembrano eccessive alle sofisticate analisi irlandesi rispetto alle 34 del Leinster, alle 41 dei Bulls e alle 39 dei Glasgow Warrios, le tre prime della classe.
Benetton dal canto suo ne ha concesse 61, una sola però ai Warriors lo scorso week end, concluso con la sonante vittoria 33-7 sui campioni in carica.
La rimessa laterale del Munster è la peggiore di tutto l’URC con l’80% di successo e il maggior numero di lanci finiti nelle mani degli avversari.
In questa area del gioco, la formazione di Marco Bortolami è all’ottavo posto con l’86% di touche conquistate.
“A Denis Leamy (il tecnico della difesa, ndr) va riconosciuto che se perdi così tanti palloni in touche, inevitabilmente ti ritrovi a difendere per lunghi periodi e a prendere decisioni affrettate, sempre in emergenza – scrive Holland sul sito del canale televisivo RTE-. Il Munster deve evitare di dare al Benetton un punto d’appoggio nella partita di venerdì sera. Non solo metterebbe fine alle ansie legate alla qualificazione alla Champions Cup, ma la squadra ha ancora una rosa in grado di competere con chiunque nella parte alta della classifica. Essere con le spalle al muro è la situazionè in cui il Munster dà il meglio di sé – dice ancora Holland -. Una corsa nei play-off e la qualificazione alla Champions Cup non solo riporterebbero il club in una posizione dominante, ma migliorerebbero anche la percezione generale sul momento attuale del rugby irlandese”.
Per contro Munster segna tanto: le 63 mete all’attivo pongono la squadra al terzo posto per potenziale offensivo e per metri guadagnati, 7.010, e al quarto per numero di off load, 184. Treviso è al quattordicesimo per numero di mete 47, al quindicesimo per metri, 5.598, al quattordicesimo per off load, 128
Si gioca a Cork, in quello che una volta era noto come Musgrave Park, uno stadio molto raccolto con il campo sintetico. In aggiunta a ciò da tenere in considerazione c’è anche l’aspetto emotivo: Dave Kilcoyne e Conor Murray si ritireranno a fine stagione, per Craig Casey sarà la presenza numero 100 con la maglia del Munster e Rory Scannell è a quota 199. Inoltre Peter O’Mahony e Stephen Archer disputeranno la loro ultima partita davanti al pubblico della loro città natale, entrambi sono nati a Cork.
“Speriamo di dare ai ragazzi l’opportunità di un degno saluto al Virgin Media Park”, ha detto Ian Costello, head coach ad interim della formazione irlandese.
Nella foto del titolo, Peter O’Mahony la scorsa settimana al match di addio a Thomond Park (@INPHO – Munster Rugby)