vai al contenuto principale

Dopo essersi visto sfuggire il titolo di WXV2, andato alla Scozia per una minima differenza punti (+55 contro +53 per le azzurre), l’Italia si consola con quello che potremmo chiamare l’”oscar dell’estetica”, vale a dire, il World Rugby Award per la più bella meta dell’anno. La splendida azione della linea d’attacco delle Azzurre, finalizzata da Sofia Stefan a Parma contro l’Irlanda sbaraglia il campo con circa il 70% dei consensi contro il 14% della meta della francese Escudero contro il Galles, il 10% di quella dell’inglese Aldcroft contro la Francia, ed il 6% della neozelandese Paul contro il Canada. Le percentuali sono approssimative in quanto sono quelle annotate da questo scribacchino l’ultima volta che ha avuto accesso alla pagina web di World Rugby con i video delle quattro segnature (informazione poi sparita). Suggeriscono però che a parte gli appassionati delle tre nazioni coinvolte, il resto del mondo abbia scelto alla quasi unanimità la meta italiana, che è effettivamente un’illustrazione perfetta (quanto rara) di segnatura dei trequarti da prima fase. Grande soddisfazione da parte di Sofia Stefan così come di coach Raineri per un riconoscimento che premia quello che sembra configurarsi come un approccio “italiano” al gioco, basato sul dinamismo e la precisione dei passaggi.

Ci piace pensare che il voto sia anche una reazione di insofferenza (per quanto indiretta e magari inconscia) al kilorugby che è stato massicciamente presente anche nell’ultima giornata del XWV1. Non che abbia sempre funzionato: il Galles ha sì marcato tre mete da driving maul, ma non è comunque riuscito a battere l’Australia (la vera rilevazione del torneo) nonostante l’espulsione della seconda linea Palu abbia lasciato le australiane in 14 per l’intero secondo tempo. Quattro mete per le australiane, di cui tre al largo, per il 25-19 finale. Negli altri due incontri, si sono ribaltati i risultati della RWC dello scorso autunno. La Francia è incappata nella seconda sconfitta a sorpresa – questa volta contro il Canada – in un match che ha riprodotto il punteggio (29-20) e l’andamento di quella con l’Australia: incapacità di consolidare il vantaggio iniziale e sorpasso da parte delle avversarie, con rimonta finale insufficiente a rimettere a posto le cose.

Nella foto di Fiona Goodall – World Rugby/World Rugby via Getty Images- le inglesi celebrano il successo sulla Nuova Zelanda nel match decisivo della prima edizione del WXV 1

Infine, l’Inghilterra si è presa una sonora rivincita sulla finale mondiale, demolendo 33-12 (cinque mete ad una) le Black Ferns in un’altra dimostrazione di potenza delle proprie avanti (autrici di tutte le mete). Rimane per l’osservatore neutrale la frustrazione per non vedere pienamente dispiegato il talento di una linea di trequarti stellare. Ma questo non cambia il risultato finale e la conferma del dominio attuale delle Red Roses, a fronte di un torneo francamente deludente per le sue tradizionali avversarie, finite entrambe nella parte bassa della classifica.

WXV1 (finale): Inghilterra 15 (+89); Canada 10 (-4); Australia 10 (-20); Nuova Zelanda 6 (+41); Francia 4 (-17); Wales 0 (-89).

 

Nella foto del titolo, Sofia Stefan segna la meta che le è valsa il premio di World Rugby (Credits: FIR/Getty Images)

Torna su