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“Il fuoco monda”, recita un detto toscano. Il fuoco purifica, libera da elementi nocivi. I giocatori della nazionale di rugby hanno scritto su un foglio di carta le loro considerazioni sulla partita con gli All Blacks, il 96-17 catastrofico di venerdì scorso, poi lo hanno appallottolato e gettato nel fuoco. E’ Stephen Varney a svelare l’episodio e a chi gli chiede se si siano ispirati a Ted Lasso, allenatore di una serie Apple Tv, risponde serio che questo va chiesto a Crowley.

Conferenza stampa quasi surreale, fra 48 ore c’è da affrontare la Francia, partita da vincere o si torna a casa. Ma non se ne parla. Niente schemi di gioco, niente previsioni, nulla si dice dei punti di incontro (non erano un nostro elemento di forza?). Qualcosa si accenna sulle touche. “Ho sbagliato delle scelte”, dice onesto Federico Ruzza uomo di riferimento della rimessa azzurra, sempre in campo nella gestione Crowley. Di quelle che verranno poco o niente. Forse perché a lanciare il pallone non ci sarà il robot Nicotera (100% di lanci a segno prima degli All Blacks), ma Faiva che ha altri meriti, ma non quello di servire il saltatore.

Si torna a Garbisi centro e Allan apertura, doppio playmaker, idea di giocare molto il pallone, ma poi, quando si parla, un secondo non di più, degli avversari, si prevede un grande uso del gioco al piede e dietro ci saranno Monty Ioane e Capuozzo (che torna estremo) che il loro lavoro sulle palle alte lo sanno fare, ma anche Bruno che tutta sta sicurezza nel gioco aereo non pare poterla dare. I problemi più seri, però, potrebbero arrivare dalla fonte del gioco, la mischia. In prima linea, infortunato Fischetti, Ferrari si adatta a sinistro (lo ha già fatto cinque volte consecutive in nazionale, anche due contro la Francia, e festeggerà il suo cap numero 50), Ceccarelli, mamma francese, ritrova la maglia da titolare. Di Faiva s’è detto. Poi dalla panchina entreranno il semiesordiente Manfredi, Zani e Riccioni. Sparito Nemer. Perché? A domanda diretta Crowley risponde che Ferrari è meglio di Nemer e Buonfiglio.

Loro, i francesi si presentano con la formazione tipo. Molto simile a quella che ci ha affrontato nel Sei Nazioni di quest’anno senza, naturalmente, la mediana titolare, Dupont (che rientrerà il 15 ottobre se la Francia vince e va avanti), Ntamack che è fuori da prima del mondiale. Poi altre assenze per infortuni e scelte tecniche minime. Occhio all’ala Louis Bielle-Biarrey, mentre la panchina francese ha una qualità mostruosa e potrebbe incidere pesantemente nell’ultima parte dell’incontro. Aspettiamoci uno stadio-bolgia, con un pubblico più calcistico che mai, che fischia ogni decisione dell’arbitro, ogni azione avversaria. Marsigliese intonata ogni cinque minuti, difficoltà a parlarsi in campo, pressione quasi fisica sugli avversari.

Nella foto la conferenza stampa degli azzurri, da sinistra Brex, Varney, Ceccarelli, Ruzza e Antonio Pellegrino, media manager della nazionale

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