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Solo due volte nella storia, i Pumas, contro gli All Blacks, hanno messo a segno 25 punti: le due volte in cui l’Argentina ha battuto la Nuova Zelanda. La prima al Paramatta Stadium di Sydney, 25-15, il 14 novembre del 2020. La seconda un anno fa a Christchurch, il 22 agosto 2022, 25-18, nel Rugby Championship. Le due sconfitte dei Tuttineri, coincidono anche con le sole due occasioni, su 36 sfide, in cui gli All Blacks hanno chiuso il match con l’Argentina con meno di 20 punti sul tabellino. Il punteggio medio delle 36 partite disputate fra le due squadre è 39-14 per i neozelandesi.

Sembrerà banale quindi, ma il primo obiettivo che la squadra di Michael Cheika deve perseguire, se vuole arrivare in finale, è tenere il più basso possibile il punteggio degli avversari, perché i Pumas, in questo torneo, hanno segnato più di due mete, solo contro il Cile e contro il Giappone.

Le due chiavi pertanto che l’Argentina dovrà provare ad usare sono quelle del possesso e del territorio: i Pumas sono la squadra che in questo Mondiale è al primo posto in entrambe queste statistiche, con una media di possesso del 56% e di territorio del 57%. Tenere la palla in mano e lontano dalla propria linea di meta sarà il primo passo per impedire agli All Blacks di segnare. A Mendoza, nel match di Rugby Championship dello scorso mese di luglio tuttavia, neppure il 53% di territorio dell’Argentina impedì alla Nuova Zelanda di vincere la partita 41-12., 7 mete a 2. I Pumas entrarono solo cinque volte nei 22 avversari e misero a segno due mete, con Sordoni e Creevy. La loro efficienza è aumentata nel corso del torneo: negli ultimi tre match hanno raccolto 4,5 punti a visita, per una media di 9 entrate nei 22 avversari a partita. Insomma l’Argentina è specialista di fare tanto con poco quando arriva vicino ai pali avversari.

Gli All Blacks per contro sono la squadra che finora ha segnato nel Mondiale più mete, anche se questa statistica è “drogata” dalle 14 messe a segno contro l’Italia. Hanno anche una media di oltre 12 punti nei primi 20 minuti di ciascuna partita, il doppio di quelli dell’Argentina. Neozelandesi quasi imbattibili in touche (98% di successo). Attenzione: la metà delle mete degli albiceleste è nata da una rimessa laterale, mentre la Nuova Zelanda ne ha concesse solo quattro da questa fase di gioco. La touche quindi rappresenterà un’altra fase critica della partita.

In occasione del match di Sydney, la prima vittoria in assoluto dell’Argentina sui Tuttineri, la squadra di Ian Foster concesse 14 turnover, la scorsa settimane contro l’Irlanda ne ha regalati solo 3.

Insomma tutti i numeri dicono Nuova Zelanda. All’Argentina il compito di smentire statistiche, pronostici e analisi.

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