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Promossi
Gonzalo Garcia è stato probabilmente il più continuo, il più solido, in una parola il migliore degli azzurri. La meta finale, a Cardiff , è stato un premio all’impegno e alla serietà.
Michele Campagnaro è l’azzurro che ha mostrato più classe, quello che è cresciuto di più. E’ l’uomo del futuro.
Gorge Biagi e Marco Fuser hanno fatto intravedere qualità e buone doti in seconda linea, ma in quei ruoli, a livello internazionale servono macchine da guerra. Loro ancora non lo sono.
Minto e Zanni si sono battuti sulla linea del Piave hanno difeso e placcato come ossessi, ma sono logori e avrebbero bisogno di respirare
Lovotti: una presenza sicura, per un esordiente mica poco, in una squadra spesso in difficoltà
Bernabò; pensava di aver chiuso con la Romania a Exeter la sua carriera in Nazionale. Ma quando lo chiami c’è.
Canna: ha mostrato lampi di buon gioco, ma è stato in campo troppo poco per poter dare un giudizio definitivo. Idem Gega

Acerbi
Odiete ha avuto buoni momenti e altri di grande difficoltà. Avrebbe meritato la meta di intercetto contro il Galles, annullargliela è stata una crudeltà.
Bellini. Un buon inizio, a Parigi, poi una lenta deriva. Si farà.
Bocciati
Leo Sarto, troppo svagato per gran parte del torneo
Davide Giazzon, una presenza flebile in prima linea, là dove servono chili e voglia di battersi con più vigore.
Incerti
Cittadini e Palazzani, Chistolini: hanno aspettato a lungo il loro momento da titolari, non hanno approfittato a piena mani. Un delitto grave
Rimandati
Gori, Mc Lean, Steyn: per un motivo o per l’altro nessuno di loro, in condizioni diverse, è riuscito a lasciare un segno.
Senza voto
Haimona, Zanusso, Ceccarelli, Lucchese, Jacopo Sarto, Van Schalkwyck Allan, Furno. Prima o poi li rivedremo. Ma questo  Sei Nazioni non è stato il loro.

Nelle foto di Elena Barbini, gli Azzurri a fine match.

 

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