Due vittorie su due per la Nuova Zelanda, che a Wellington replica – in maniera un po’ più convincente – il successo ottenuto in casa dell’Australia una settimana fa. Il tabellino dice 33-13 (e cinque mete a una, con un parziale di 21-0 a partire dai minuti finali del primo tempo) e gli All Blacks si trovano momentaneamente al secondo posto nella classifica del Championship: se l’Argentina non andrà contro i pronostici vincendo in Sudafrica l’ultimo match del torneo, Scott Barrett e i suoi compagni conquisteranno la piazza d’onore alle spalle degli Springboks.
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Ma sarà un risultato comunque non soddisfacente per il nuovo ct Scott Robertson. Anche nel match giocato in casa gli All Blacks hanno faticato a prendere in mano la situazione. Demeriti loro e meriti dell’Australia, che ha cominciato giocando meglio e con più convinzione, arrivando in meta già all’ottavo minuto, con Mcreight al tocco decisivo dopo una punizione giocata dagli avanti.
Il fatto è che – in un primo tempo nel quale i padroni di casa hanno ceduto nettamente agli ospiti in fatto di possesso, territorio e punizioni concesse – è comunque venuta fuori la brillantezza nel gioco alla mano dei Neri, bravi ad andare a segno quasi tutte le volte che si sono proposti con efficacia in attacco. Nel giro di cinque minuti, a cavallo del 20’, sono arrivate due bellissime mete. La prima, in particolare, è stata da applausi, con una fantastica partenza da metà campo di Sititi (senz’altro uno dei migliori) che si affida alle mani di Lienert-Brown e alla velocità di Reece. Lolesio risponde con un piazzato ma subito dopo Jordan raccoglie un passaggio di Beauden Barrett e trova il break vincente.
Lo stesso Barrett (in campo all’apertura dal primo minuto al posto di McKenzie, mossa che ha dato i suoi frutti in termini di ordine e fluidità nel gioco) trasforma per il primo sorpasso dei Kiwis: 12-10. E se Lolesio riporta davanti i suoi con un altro penalty, l’ultimo acuto del primo tempo è di nuovo neozelandese: un altro assist di Lienert-Brown, questa volta per Caleb Clarke, a punire una difesa da rivedere.
Primo tempo concluso sul 19-13 e ripresa decisamente più sotto il controllo degli All Blacks. Al 15’ la quarta meta, di Tamaiti Williams, a seguito di una penaltouche e dei successivi tentativi di sfondamento. Ancora spettacolo dei trequarti per la quinta e ultima segnatura, con Clarke che fa doppietta ricevendo in velocità da McKenzie, subentrato a Reece e utilizzato come estremo, con spostamento di Jordan all’ala. È la prima meta segnata dalla Nuova Zelanda nell’ultimo quarto di gara durante l’intero Championship.
Complessivamente resta il segno di un malessere che coinvolge tutte e due le Nazionali oceaniche: da quando nel 2012 il torneo è stato allargato ai Pumas argentini, in tutte le nove edizioni disputate su sei turni e 12 partite il bilancio congiunto di All Blacks e Wallabies non era mai andato al di sotto di un 50% di vittorie, mentre questa volta il Nuovissimo Continente si ferma a quattro.
La partita in sintesi
Nuova Zelanda-Australia 33-13.
Per la Nuova Zelanda: 5 mete (Clarke 40’ e 65’, Reece 17’, Jordan 22’, Williams 55’), 4 trasformazioni (B. Barrett 22’, 40’, 55’ e 65’). Per l’Australia: 1 meta (Mcreight 8’), 1 trasformazione (Lolesio 8’), 2 calci piazzati (Lolesio 18’ e 36’). Penalty e trasformazioni: B. Barrett 4 su 5; Lolesio 3 su 3. Cartellino giallo a Clarke (Nuova Zelanda) al 77’.
Nella foto di apertura un attacco degli AllBlacks si notano gli occhi spiritati di Sevu Reece in sostegno (Foto AllBlacks/Instagram)