
Stu Wilson è morto sabato a Tauranga, in Nuova Zelanda. Avrebbe compiuto 71 anni il prossimo 22 luglio. Nella sua carriera aveva collezionato 34 caps tra il 1976 e il 1983, mettendo a segno 19 mete, un record all’epoca, superato da John Kirwan nel 1988. Fu la prima ala a diventare capitano degli All Blacks.
Nella stagione 1981/1982 vestì la maglia dell’Amatori Milano in Serie B, dove faceva coppia con Pietro Vezzani a centro. Era arrivato, fresco di matrimonio, accompagnato dalla moglie. dopo la tournée dell’autunno 1981 della Nuova Zelanda in Romania e Francia. “Avrebbe dovuto giocare all’apertura, perché non gli arrivavano abbastanza pallone – racconta Vezzani che in carriera ha vestito 10 volte la maglia azzurra – Mi diceva sempre “We need the ball, we need the ball”.
Una formazione dell’Amatori Milano, Stu Wilson è il terzo accosciato da sinistra, il secondo è Pietro Vezzani. Vestito di rosso Marco Bollesan, alle sua spalle Loris Salsi
Inizialmente, il suo interesse principale era il cricket: per lui il rugby era poco più di un hobby finché non crebbe fisicamente e qualcuno gli suggerì di provarci sul serio con la palla ovale.
Entrò nei NZ Colts allenati da Jack Gleeson, che fu determinante anche nel suo passaggio agli All Blacks nel tour del 1976 in Argentina. “Voi fate la torta,” diceva Gleeson ai suoi avanti, “ma l’11, il 14 e il 15 la decorano.” Negli All Blacks Wilson preferiva giocare ala destra, specie quando al centro c’era Bruce Robertson, maestro di assist anche nel caos.
Stu Wilson, al centro con la moglie, a sinistra Vezzani, a destra Ivan Colombo.
La sua carriera internazionale si concluse nel 1983, da capitano, in un tour con un pareggio con la Scozia e una sconfitta contro l’Inghilterra. Dopo il ritiro, fu sospeso per sette anni per aver pubblicato un libro insieme a Bernie Fraser: solo anni dopo arrivò la grazia ufficiale, poco prima che il rugby diventasse professionistico.