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Il Benetton ha travolto i Bulls nella finale di Rainbow Cup, imponendosi con cinque mete contro una.
Bulls battuti in tutte le aree di gioco, dal punto di vista del ritmo, della precisione e anche sotto il profilo fisico.
Treviso in questa Rainbow Cup ha capitalizzato in un colpo solo tutto il lavoro svolto durante una stagione che in PRO14 aveva visto la squadra di Crowley inciampare spesso a un passo dal traguardo. Tutto ha funzionato a meraviglia invece nel nuovo torneo e la finale ha messo in mostra una gruppo che quando gioca a questa maniera, ispirato da un Garbisi di livello internazionale, può competere con qualunque formazione di qualunque continente, in qualunque competizione.
Serata memorabile per gli addii a Marco Barbini, oltre cento partite con la maglia biancoverde, Marco Riccioni, che si trasferirà ai Saracens, Jayden Hayward, che rientrerà in Nuova Zelanda, e soprattutto a Kieran Crowley, la cui tenacia di “aggiustatore” ha dimostrato alla fine di essere più forte di qualunque critica e di qualunque statistica negativa.
Bulls di fatto mai in partita, bucati subito da una meta di Ioane e brevemente illusi da quella di Tambwe. Da quel momento, in poi, era il 26’, è stato una sinfonia dei padroni di casa, con Garbisi direttore d’orchestra e tutta la squadra perfettamente sintonizzata sullo stesso spartito.
La meta di rapina di Els, poi quella di punizione per placcaggio al collo dello stesso tallonatore, l’azione corale su quella di Lamaro e infine l’assist di Garbisi per Padovani incorniciano una serata memorabile.
C’è un arcobaleno a illuminare l’inizio di questa estate per il rugby italiano.

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