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  1. La prima cosa che salta agli occhi dopo due giornate di Championship è che gli All Blacks non perdono nemmeno se giocano con 17 punti di handicap. Il potenziale d’attacco dei Blacks è impressionante: la media degli ultimi cinque anni di Championship è di quattro mete a partita, con punte di nove (un anno fa contro il Sudafrica) e otto (contro l’Argentina e contro l’Australia, quest’anno). E’ vero che Foley ha mancato nove punti al piede (un piazzato e tre trasformazioni), ma l’inizio del match ha ricordato Scozia-Italia del 2007 a Murrayfield e se l’Australia non ha saputo conservare il vantaggio ha ben poco da recriminare.
  2. La difesa neozelandese però talvolta scricchiola: in due partite gli All Balcks hanno rifilato ai Wallabies 13 mete e ne hanno subite nove, un record. Negli ultimi 10 test la Nuova Zelanda ha concesso 20 mete, più di quante ne avesse subite nei precedenti 18 messi insieme.
  3. L’emisfero sud, dal punto di vista del gioco, rimane molto “zemaniano” se il paragone è consentito, si segna molto si subisce altrettanto. A inizio estate, i British & Irish Lions hanno puntato sulla strategia opposta, tenere basso il punteggio, concedere poco, attaccare con azioni improvvise e solo quando l’occasione è importante. La scelta ha consentito di pareggiare la serie, un traguardo non di poco conto.
  4. Il Sudafrica si è rimesso in carreggiata: nelle ultime cinque partite (tutte vinte, tre con la Francia e 2 con i Pumas) i ‘Boks hanno segnato 187 punti (21 mete) e ne hanno subiti 89 (8 mete). Non sono ancora il prodotto finito ma la strada intrapresa è buona. Contro l’Argentina, nella prima giornata del Championship, dei 37 punti messi a segno, 32 sono stati realizzati da neri o coloured. Mica male per una squadra che fino a trent’anni fa era la roccaforte dei bianchi.
  5. L’Argentina sperimenta quanto è duro giocare sempre con i più forti: delle ultime quindici partite i Pumas ne hanno vinte tre soltanto, due delle quali contro il Giappone e la Georgia. Il terzo successo è stato conquistato, un anno fa, contro il Sudafrica, un risultato che fa il pari con l’Italia. E infatti l’Argentina è scivolata al decimo posto, dietro alle Fiji. Fiji e Pumas, in autunno, potrebbero essere per gli Azzurri l’occasione del salto di qualità, anche nel ranking.

Nella foto di Mark Kolbe/Getty Images, una carica di Sonny Bill Williams contro l’Australia

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