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Contro la Francia, l’Italia ha portato 115 placcaggi, mancandone 28: significa una riuscita del 75%, di gran lunga la più bassa fra le sei squadre, nella prima giornata.

In testa alla classifica c’è il Galles, sottoposto dalla veemenza dell’Irlanda (in 14!!) a uno sforzo difensivo abnorme: 263 placcaggi. Quelli mancati sono stati 23, il che significa un tasso di successo vicino al 92%. Eccezionale, o quasi. Anche perché la difesa dei Dragoni è stata sottoposta a un martellamento ad altissima intensità: dal 65% dei raggruppamenti irlandesi la palla è uscita in meno di tre secondi. 

L’Irlanda ha mancato 11 placcaggi su 116, la percettuale di successo è appena superiore al 90%.

In Inghilterra vs Scozia, i placcaggi inglesi hanno avuto successo per l’85% (“la peggior Inghilterra che io abbia mai visto” ha detto Clive Woodward), quelli della Scozia hanno funzionato al 90% (11 errori su 103).

Ma c’è un altro dato che salta all’occhio leggendo le statistiche delle tre partite: con Irlanda e Francia, l’Italia è una delle tre squadre che ha giocato con la massima intensità: gli Azzurri in più del 60% dei casi, hanno fatto uscire il pallone dai raggruppamenti con una velocità inferiore a tre secondi. La Scozia ha vinto a Twickenham rallentando il gioco: la palla è uscita in meno di tre secondi solo nel 37% delle azioni.  E nel 29% dei casi gli scozzesi ne hanno impiegati più di sei per rilanciare l’azione. Gli Azzurri hanno aspettato più di 6 secondi solo nel 5% dei casi.

Una domanda sorge spontanea: siamo sicuri che quello sia un gioco sostenibile per la nostra cilindrata?

Nella foto (Daniele Resini/Fotosportit), un break di Ignacio Brex in Italia v Francia.

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