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È la Spagna la dodicesima nazione qualificata per il torneo maschile alle Olimpiadi di Rio. L’Italia purtroppo non vi prenderà parte. Nel prossimo numero di Allrugby ci saranno dodici pagine dedicate al ritorno del rugby ai Giochi Olimpici: tra queste l’intervista di Federico Meda a Andy Vilk, allenatore degli Azzurri Seven.
Ecco cosa diceva Vilk alla vigilia del Torneo di Monaco, quello che ha visto il trionfo spagnolo, in finale su Samoa.
“Il mondo Seven è molto diverso da quello cui siamo abituati, il ranking lo dimostra. La Spagna, poi, è una squadra rodata, direi a fine ciclo. Sono dieci anni che frequentano il circuito, hanno molta esperienza. Ecco perché ci sono davanti. Il prossimo torneo di ripescaggio a Monaco (in palio l’ultimo posto per Rio, ndr) per loro rappresenta un’ultima chance per mettere a frutto il lavoro e gli investimenti fatti. La Germania non ha questo vissuto ma dopo lo stage di due anni fa con Israele da noi a Catania, hanno iniziato ad allenarsi ogni giorno nei due centri di Heidelberg e Hannover: non sono professionisti ma prevedono sessioni mattutine per permettere ai giocatori di lavorare e studiare. È un’impostazione che sta funzionando. Idem il Belgio: hanno messo sul piatto soldi, una programmazione efficace, molti effettivi giocano nella vicina Francia. La buona notizia è che nel Bowl li abbiamo battuti, nonostante noi siamo in una fase diversa, embrionale… solo lavorando insieme con continuità si possono fare dei passi in avanti a livello di competitività. Ce lo insegnano tutte le nazioni emergenti. Poi lavorare, lavorare, lavorare”.

Nella foto di Getty Images, un placcaggio sull’azzurro Gino Neil Lupini nel math match fra Germania e Italia durante le World Rugby Sevens Series a Mosca, lo scorso 4 giugno.

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