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Proviamo a giocare a tavolino Italia v Galles.
Sulla base di quello che si è visto nelle prime tre giornate, le due squadre in questo momento sono agli antipodi del gioco: brillante in attacco, imprevedibile, frizzante l’Italia, piatto, lento, ordinario il Galles di Gatland, la formazione che segna meno rispetto alle opportunità create.
Dunque è abbastanza prevedibile che i gallesi non verranno a Roma per giocare una partita di fuochi d’artificio, che in questo torneo non appaiono alla loro portata.
È ipotizzabile che Gatland imposterà il match come quello inventato da Mourinho contro la Juve, se questo per gli appassionati di calcio vuol dire qualcosa: ritmo basso, estrema attenzione alle fasi statiche, martellamento ai fianchi dell’Italia, cercando di conservare il possesso per rischiare poco.
Il passo successivo: sfruttare le occasioni offerte da una difesa che continua a concedere circa cinque mete a partita. Troppe.
Il Galles peraltro segna poco (tre mete in tre match), ma soprattutto la Francia e l’Irlanda, palla in mano, hanno messo a nudo le nostre difficoltà.
L’assenza fra gli Azzurri di Ange Capuozzo, poi, potrebbe invogliare i Dragoni a usare un po’ anche il piede: Capuozzo è micidiale nei contrattacchi in campo aperto e con la sua velocità ha conquistato metri preziosi anche contro l’Inghilterra a Twickenham, dove i calci in profondità di Farrell e Steward cercavano di tenere l’Italia lontano dalla metà campo avversaria.
Biggar, se sarà lui il prescelto, è tra i migliori in assoluto nel “kick and chase”, calciare e recuperare il pallone. E senza il deterrente di Capuozzo alle spalle della difesa azzurra, i gallesi potrebbero essere tentati di sfruttare anche questa opportunità.
Attenzione perché il Galles ha messo in difficoltà in mischia sia l’Irlanda che la Scozia, ha sofferto un po’ di più contro l’Inghilterra, ma nel complesso, quello in maglia rossa resta un pacchetto solido.
Molto ovviamente dipenderà anche dalle interpretazioni dell’arbitro, l’australiano Damon Murphy, ex capitano della nazionale australiana di rugby Seven. Murphy ha arbitrato il match tra Italia e Inghilterra un anno fa all’Olimpico. In quell’occasione, in mischia chiusa, punì tre volte gli inglesi e due l’Italia, concedendo ai bianchi anche 2 calci indiretti.
Sarà molto interessante vedere come interpreterà questa gara.
Senza Capuozzo, è probabile che Kieran Crowley affidi la maglia numero 15 a Tommy Allan, che ha caratteristiche molto diverse dall’italo-francese del Tolosa.
Tuttavia Allan, in asse con Paolo Garbisi, può diventare l’innesco per le volate di Bruno e Menoncello, ma anche per le percussioni di Negri e Lorenzo Cannone: Garbisi vicino alla linea del vantaggio, ad attaccare negli spazi la difesa avversaria, Allan a muovere il pallone alle sue spalle, per sfruttare le linee di corsa dei compagni di squadra.
In questo l’Italia è stata la squadra più interessante della prima fase del Torneo. Se vuole battere il Galles deve continuare su questa strada.
Quello che non deve fare è farsi irretire in una battaglia di posizione, come quella accettata a Cardiff dall’Inghilterra. Che ha vinto la partita nella sfida aerea. Ma non è questo il punto di forza degli Azzurri.
In sostanza l’Italia non deve cambiare atteggiamento, deve tenere i gallesi in apprensione, assorbire l’urto e colpirli in velocità, come ha fatto nel secondo tempo la Scozia a Murrayfield. Il Galles è anche la squadra che ha concesso più calci di punizione finora (41), gli Azzurri dieci di meno. La loro indisciplina potrebbe dare una mano.
Attenzione ai turnover: il Galles dopo l’Irlanda è la squadra che ne ha conquistati di più, l’Italia quella che ne ha concessi il maggior numero nel placcaggio.
Bisogna muovere la palla e farlo con precisione.
Giochiamocela.

Nella foto, di Getty Images, la festa azzurra al fischio finale a Cardiff lo scorso anno

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