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Andy Goode non è Leonardo Di Caprio, ma anche lui è un revenant. E’ tornato, portandosi addosso la pancia da birra (“temibile bevitore”, è uno dei giudizi che lo accompagna), con la barba di tre giorni, con le profonde stempiature, con l’aspetto del tipo che trovi appoggiato con un gomito al bancone del pub e da lì non si muove, con quelle mani da ricamatrice e con quei piedi che sanno esplorare il prato, anche negli angoli più lontani e remoti. Ora Andy, 36 anni tra un mese, più half che fly, più full che back, nativo di Coventry, ora è a Newcastle, ai Falcons. Contratto di tre mesi, da injury cover: quando si diventa vecchi, bisogna accontentarsi.
Goode è un tipo di cui si sarebbe innamorato Sam Peckinpah e si potrebbe innamorare Quentin Tarantino. Non ha mai badato al fitness, come è di moda chiamare oggi la forma fisica, e ha sempre usato le doti che gli sono state donate dalla natura. Poteva fare di più? Sì. Ma a lui sta bene quel che ha fatto saltabeccando tra Leicester, Saracens, Brive, Sharks sudafricani (alla prima partita da titolare, giallo per placcaggio alto su Dan Carter), Worcester (portata in Premiership), Wasps. E’ proprio da “vespone”, e giocando nella sua città natia, che il 21 dicembre 2013 mette a segno un record per la Premiership: 33 punti nella demolizione dei London Irish. Proprio gli irlandesi di Londra gli offrono un contratto ma lui non gioca neanche una partita: è il settembre dell’anno scorso, poco prima che prenda il via la Coppa del Mondo, e l’addio del vecchio Andy non copre metri quadrati di carta stampata.
Per diciassette volte si è infilato in quelle stretta guaina che è la maglia bianca dell’Inghilterra: prima volta nel 2005, un pezzetto di partita contro l’Italia a cui rifilò 16 punti quattro anni dopo, quando giocò dall’inizio, segnando una meta dopo 2’. La sua vittima preferita è stata l’Argentina, 39 punti in due match.
La scheda lo dà 1,80 per 97, ma forse qualcuno in più. All’olfatto, sudore a parte, il profumo di madeleine del tempo perduto e ritrovato. Come revenant Andy è anche meglio di Leonardo. Di Caprio, non da Vinci.
G. Cim.

Nella foto di Stu Forster (GettyImages), Goode con la maglia dei Newcastle Falcons il 4 marzo scorso, contro il Worcester.

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