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Dopo aver avuto conferma che la Guinness sosterrà il Pro12 sino al 2020, partite manovre “oceaniche” per rilanciare quella che un tempo, al momento della nascita venne etichettata Celtic League, con doppio spruzzo di Latin. Entro la fine del decennio, il Pro12 diventerà Pro14, con l’inserimento di una squadra americana e una canadese dopo che i colloqui per l’ingresso di London Irish e London Scottish sono finiti n un vicolo cieco.
Gerald Davies, magnifica ala di un Galles indimenticabile e oggi chairman della Lega italo-scoto-gallo-irlandese, punta a coinvolgere i vasti insediamenti italiani, irlandesi e scozzesi di New York, Chicago, Boston, Toronto. Per chi lo ignorasse, è proprio la città dell’Ontario, e non New York, a ospitare il più alto numero di figli, nipoti e pronipoti di italiani, una cifra non lontana dal mezzo milione. “I costi dei viaggi verranno compensati dalle entrate e da nuove risorse– dice colui che meritò il soprannome di “arte in movimento” – e credo che in questo senso abbiamo imboccato la strada giusta: la finale a Murrayfield è stata un successo e così nel 2017 il titolo sarà in palio a Dublino”. Con la speranze che per il 2018 si faccia avanti il Millennium di Cardiff.
Nel rinascimento del torneo, una parte importante sarà recitata sa Conor O’Shea. “C’è bisogno di un programma comune e Conor è in grado di assicurarlo – dice Kieran Crowley, allenatore del Treviso – il potenziale è forte e in un paio d’anni potremo imboccare la strada percorsa dal Connacht”. E a quel punto il cucchiaio di legno servirà solo a togliere un po’ di schiuma dalla sommità del bicchiere di
Guinness.
G. Cim.

Nella foto di Daniele Resini/Fotosportit, un momento di Treviso v Connacht dello scorso aprile.

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