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Ai Lions sono bastati poco più di 40 minuti per mettere al sicuro il primo dei tre test contro l’Australia, disputato a Brisbane, e finito con il successo degli ospiti 27-19. 

In vantaggio 17-5 al riposo, dopo quaranta minuti di netto dominio di possesso (58%) e territorio (56%), che ha costretto i Wallabies a 127 placcaggi contro i soli 67 degli avversari, i Lions hanno segnato la terza meta all’inizio della ripresa, prima di subire la rabbiosa reazione dei padroni di casa che, al 68’ hanno concretizzato un lungo periodo di attacco con la meta di Tizzano. 

Al 74’ un calcio di punizione di Marcus Smith, subentrato a Finn Russell, ha permesso alla formazione di Andy Farrell di tenere gli avversari oltre il break e di assorbire senza troppa ansia anche l’ultima meta australiana, con Mc Dermott a un minuto dalla fine.  

Ma nella ripresa il gioco è stato a lungo nelle mani degli australiani.

Due mete, Tuipulotu dopo 9 minuti e Tom Curry sul finire del primo tempo sono sembrate bottino troppo esiguo all’intervallo per la formazione di Andy Farrell che, molto ben orchestrata dal gioco di Gibson-Park alle spalle di un pack spesso efficace in avanzamento,  ha mancato almeno un paio di marcature, con Huw Jones, la cui meta al quarto d’ora è stata cancellata dal TMO per non aver lasciato il pallone sul primo placcaggio, a un passo dalla linea, e James Lowe, egoista su un’azione a  largo, con almeno altri due uomini all’esterno per concretizzare la superiorità.

Anche un cross di Finn Russell a tagliare il campo non ha trovato le mani di McCarthy per quella che sarebbe stata una palla facile da schiacciare oltre la linea. 

La meta dei Wallabies è arrivata nell’unica vera occasione a loro disposizione: pallone conquistato da Jorgensen nel contrasto aereo con Keenan e breve fuga dell’ala a schiacciare alla bandierina. 

Lions subito a dare ritmo al gioco all’inizio della ripresa, con Tom Curry devastante palla in mano e Huw Jones a tagliare la difesa australiana per l’assist finale dell’onnipresente Curry a Dan Sheahan. 

Da lì in poi è salita in cattedra l’Australia, trascinata dal numero 8 Harry Wilson. 

Al 60’ la meta di Suaalii, dopo una lunga pressione sotto i pali della formazione in maglia rossa, è stata cancellata dal TMO esattamente come quella di Huw Jones nei primi quaranta minuti.

Lions ai quali nel secondo tempo sotto gli attacchi dei Wallabies sono mancate coesione, lucidità e un po’ di disciplina: 64% il possesso australiano dopo il riposo, 62% il vantaggio territoriale, 6-3 i calci di punizione concessi dai Lions (7-11 il totale).

La prossima settimana a Melbourne la selezione britannico-irlandese può chiudere la serie, ma l’Australia, con il possibile rientro di Skelton e Valetini in mischia può ancora riaprire i giochi se saprà mantenere per tutti gli 80 minuti l’aggressività vista a Brisbane nel secondo tempo. Un’iniezione di fisicità nel XV di Joe Schmidt potrebbe essere determinante per riequilibrare le forze in campo.

Nella foto del titolo una carica di Tadhg Beirne (foto AU Rugby)

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