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In occasione di Italia vs Galles il presidente della Fir, Andrea Duodo, ha consegnato i caps agli Azzurri che tra il 1997 e il 1999 disputarono le gare di qualificazione per la Rugby World Cup 1999, riconosciute solo di recente come test match.

A promuovere la campagna affinché ai giocatori che avevano preso parte a quegli incontri fosse riconosciuto il cap fu, nell’estate del 2020, ALLRUGBY.

Riproponiamo pertanto qui l’articolo firmato da Luciano Ravagnani che sul numero 150 del magazine aprì quella vertenza poi conclusa positivamente circa un anno dopo.

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Tra il 1997 e il 1998 l’Italia disputò sei match di qualificazione alla Coppa del Mondo 1999. Ma solo per tre di essi la Fir riconosce ufficialmente il cap. Perché non sanare questa incongruenza e dare il titolo di “Azzurro” anche a chi disputò quelle partite ufficiali in tutto per tutto?

Di Luciano Ravagnani

Il rugby è (praticamente) fermo. C’è tempo per sperare che tutto si risolva in fretta, per progettare e ricordare. Per buttare un occhio anche sul bilancio della Nazionale. Sulla situazione dei “cap”, a esempio.

Siamo proprio certi che le statistiche che abbiamo a disposizione, dopo anni di ricerche e di tanto impegno dei colleghi che amano i numeri, siano corrette?

Gli Azzurri hanno praticamente incontrato il “Mondo” ovale. Il cap, cioè la presenza ufficiale in maglia azzurra, è stata concessa quando si sono affrontate Nazionali sparse nei cinque continenti. Forse nessuna nazionale del mondo ha affrontato tanti avversari quanto l’Italia. Per di più, nei periodi più neri, quando la Nazionale era considerata più un impiccio che un onore (è accaduto negli anni Settanta in particolare), la Federazione non ha mancato di incentivare i probabili azzurri, scelti da staff tecnici chiamati a risolvere problemi di ogni tipo, con l’assicurazione che anche partite contro rappresentative non ufficiali (Province sudafricane nel 1973, Contee britanniche nel 1974) oppure nazionali con varie etichette (A1, B, XV, Under, Espoirs, Junior…) di Francia, Inghilterra, Scozia e Nuova Zelanda sarebbero state premiate con la “presenza”, cioè con il “cap”. Su queste scelte federali, spesso contraddittorie e poco comprensibili, è stata costruita la storia in cifre della nostra Nazionale, con la quale (come ha recentemente ricordato Giacomo Bagnasco con la puntuale ricerca sulle città azzurre, pubblicata su Allrugby 148) risultano aver giocato finora – estate 2020 – 690 titolari di uno o più caps.

Ma la cifra ha bisogno di essere integrata con partite ufficiali che la Federazione ha ignorato a declassato, senza un motivo di merito, in contrasto addirittura con le partite ufficiali così come sono state riconosciute dall’IRB (ora World Rugby), riconoscimento al quale si sono allineate anche le storiche “otto grandi” le quali, fino alla World Cup 1987, la loro storia in cifre se la erano sempre giocata e cantata fra di loro, ignorando il resto del mondo: fosse Argentina o Italia, Canada o Romania, Giappone o Fiji, o Tonga e via dicendo. Ne sono testimonianza, per chi ama le statistiche, le decine di annuari di quei Paesi, primo fra tutti il mitico “Rothmans Rugby Yearbook”.

Ora non si tratta di rimettere in discussione tutte le scelte della Federazione italiana in fatto di “caps” e di valutazione degli avversari degli Azzurri nel momento storico della disputa delle partite (dovremmo cominciare a rivederne i motivi fin dagli Anni Cinquanta e dai tour della nazionale “camuffata” da Rugby Roma, in viaggio nelle isole britanniche; per non citare le due formazioni etichettate “XV” di Inghilterra e Galles che hanno affrontato gli azzurri a Rovigo – 1990 – e Cardiff – 1992!) , ma di allinearsi doverosamente alla ufficialità di World Rugby, per rispetto al “nostro” rugby, ma anche ai nostri avversari scioccamente ignorati.

Nel 1987 l’Italia partecipa, da invitata, alla prima Coppa del Mondo. Per l’edizione 1991 deve invece affrontare le qualificazioni. Nel terzo turno europeo affronta Spagna, Olanda e Romania. Tutte regolarmente valutate come “Cap” da assegnare.

Nel 1995 azzurri ancora impegnati nel terzo turno europeo contro Cecoslovacchia (104-8) e Olanda (63-9). E poi in un girone di classificazione con Galles (29-19 a Cardiff) e Romania (24-6 a Catania). Tutto ufficiale, caps normali.

Nella qualificazione al mondiale 1999, ecco la falla statistica. L’Italia è nel girone 1 Europa (5 squadre), secondo turno, con Danimarca, Georgia, Russia e Croazia. A Brescia, novembre 1997, l’Italia batte la Danimarca (102-3) arbitro Rabuffetti (Argentina); a L’Aquila, l’11 aprile 1998, l’Italia batte la Georgia (31-14), arbitro Dunhau (Francia); a Krasnojarsk il 18 aprile 1998, Russia-Italia (18-48); il 6 giugno 1998, a Makarska, Croazia-Italia (29-39), arbitro Aloy (Spagna). L’Italia vince il girone davanti a Georgia, Croazia, Russia e Danimarca. Per il terzo turno Europa a Huddersfield l’Italia incontrerà poi l’Olanda (67-7) e l’Inghilterra (15-23). Di queste sei partite, soltanto tre risultano nel ruolino ufficiale azzurro: Russia (la famosa, infinita trasferta siberiana), Olanda e Inghilterra. Mancano, senza motivo plausibile, Danimarca, Georgia e Croazia, per un totale di 57 presenze azzurre, attualmente fuori statistica, con 172 punti all’attivo e 46 al passivo. Ne sono “coinvolti” 41 giocatori il cui “ruolino di marcia” va quindi aggiornato.

Le tre partite ufficiali indicate, tutte dirette da arbitri designati dall’IRB, tutte sono nella storia statistica della World Cup. Perché non dell’Italia? Perché no la Georgia a L’Aquila e, solo una settimana dopo, sì la Russia a Krasnoyarsk? Perché no la Croazia che, a quei tempi, presentava un XV con alcuni All Blacks oriundi croati, giocatori come Botica, Cooper (ex Benetton), Keith? Non risultano concomitanze con altre partite internazionali e se è vero che Croazia-Italia accadde in concomitanza della finale scudetto 1998 tra Treviso e Petrarca (9-3) a Bologna, è anche vero che i probabili azzurri interessati erano 5 o 6.

Tre partite da recuperare per giustizia. Per dare il cap che spetta di diritto a otto giocatori azzurri altrimenti ignorati dalle cifre ufficiali. In ordine alfabetico sono: Andrea Cavalleri (Calvisano), Federico Dalla Nora (San Donà), Daniele Davo (Calvisano), Domenico De Luca (Ol. Roma), Vittorio Golfetti (Rovigo), Fabio Gumiero (San Donà), Pierpaolo Rotilio (L’Aquila) 2 caps, e Filippo Soncini (Rugby Parma).

Poi, come specificato a parte, ci sono altre 48 presenze da distribuire nel curriculum degli Azzurri già nelle statistiche, e 172 punti da assegnare, di cui 24 mete. E anche tre fasce da capitano: Caione, Troncon, Giovanelli). Inedita quella di Carlo Caione, ora dentista a L’Aquila, in campo in tutti gli incontri per cui le sue presenze in azzurro salgono da 25 a 28. Idem per Castellani, che passa da 20 a 23, e Scanavacca da 11 a 14 e con 55 punti in più segnati.

Fra i marcatori di mete le 5 segnate da Pierpaolo Rotilio alla Danimarca costituiscono il record in azzurro (4 Cova, Belgio 1937 e I. Francescato, Marocco 1993) così come i 29 punti segnati da Andrea Scanavacca alla Croazia (6 penalty, 3 trasformazioni, 1 meta) eguagliano il record azzurro di Bettarello (Canada, 1983) e Dominguez (Scozia 2000, Figi 2001).

Immagino le contestazioni degli statistici più pigri per questa richiesta di giustizia, tanto più che agli attuali 690 azzurri è stato già assegnato un numero progressivo in relazione alla data di esordio. Problema risolvibile: basta ripetere il numero e aggiungere “bis”. Per le cifre delle presenze e delle marcature è sufficiente aggiornare. Si osservi l’elenco degli interessati: ci sono nomi che hanno “fatto” il rugby azzurro. E soprattutto otto rugbisti che almeno un “cap” lo meritano. Semplicemente perché “hanno giocato” in Nazionale in partite che fanno parte della storia ufficiale in cifre del rugby mondiale.

Nella foto (Federugby); in piedi da sinistra: Fabio Gumiero, Vittorio Golfetti, Daniele Davo, Federico Dalla Nora, Filippo Soncini, Wim Visser (ha ricevuto il cap #501, che non aveva mai ritirato), Pierpaolo Rotilio. Accosciati: Andrea Cavalleri, Mimmo De Luca

GLI OTTO NUOVI AZZURRI 

(club all’esordio)

Cavalleri Andrea, Rovato (Bs) 1977, mediano di mischia, Calvisano.

Dalla Nora Federico, Motta di Livenza (Ve) 1970, mediano di mischia, Petrarca

Davo Daniele, Isorella (Bs) 1968, pilone, Calvisano

De Luca Domenico, Roma 1974, flanker, Roma Ol.

Golfetti Vittorio, Adria (Ro) 1971, pilone, Rovigo

Gumiero Fabio, San Donà (Ve), 2 linea, San Donà

Rotilio Pierpaolo, L’Aquila 1974, ala, L’Aquila

Soncini Filippo, Parma 1971, flanker, Rovigo

 

I CAPS DA CONTEGGIARE

(in corsivo i nuovi Azzurri)

3 Caps: Caione, Castellani, Scanavacca

2 Caps: Manuel Dallan, De Carli, Giacheri, Martin, Mazzariol, Pertile, Roselli, Rotilio, Saviozzi, Stocco.

1 Cap: Arancio, Barattin, Cavalleri, Checchinato, Croci, Marcello Cuttitta, Massimo Cuttitta, Denis Dallan, Dalla Nora, Davo, De Luca, Gardner, Giovanelli, Golfetti, Gritti, Guidi, Gumiero, Lanzi, Moscardi, Orlandi, Pilat, Riccardo Piovan, Raineri, Ravazzolo, Soncini, Stoica, Troncon, Vaccari.

Gli aggiornamenti statistici 

METE (24): 5 mete Rotilio; 3 mete Scanavacca; 2 mete Gardner, Martin, Pilat. 1 meta: Barattin, Caione, Marcello Cuttitta, Denis Dallan, Manuel Dallan, Gumiero, Ravazzolo, Roselli, Saviozzi, Vaccari.

PUNTI (172): 55 Scanavacca; 25 Rotilio; 12 Mazzariol, 10 Gardner, Martin, Pilat; 5 Barattin, Caione, Marcello Cuttitta, Denis Dallan, Manuel Dallan, Gumiero, Ravazzolo, Roselli, Saviozzi, Vaccari.

 

I TRE TABELLINI DELL’ITALIA

Brescia, 1.11.1997

Italia-Danimarca 102-3

ITALIA: Ravazzolo, Rotilio, M. Dallan (56’ Scanavacca), Martin, D. Dallan; Mazzariol, Dalla Nora (72’ Cavalleri); Gardner, Caione cap., Barattin (51’ Gumiero); Gritti, Stocco, Castellani (43’ Golfetti), Moscardi (62’ Saviozzi), De Carli.

All. Coste-Mascioletti

Arbitro: Rabuffetti (Argentina)

Marcatori: 1’meta M. Dallan tr. Mazzariol, 5’ meta Rotilio; 8’ meta Martin tr Mazzariol; 20’ meta Barattin tr. Mazzariol; 29’ meta Gardner tr Mazzariol; 35’ cp Andersen (D), 37’ meta Ravazzolo; 48’ meta Rotilio; 52’ meta Caione tr. Mazzariol; 54’ meta Rotilio; 60’ meta Gardner tr Scanavacca; 64’ e 66’ mete Rotilio tr. Scanavacca; 68’ meta Gumiero; 71’ e 75’ mete Scanavacca tr. Scanavacca; 78’ meta D. Dallan tr. Scanavacca.

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L’Aquila 11.4.1998

ITALIA-Georgia 31-14

ITALIA: Pertile, Roselli, M. Dallan, Martin, Pilat (77’ Rotilio); Scanavacca (66’ Mazzariol), Troncon, Riccardo Piovan, Arancio, Caione, Giacheri (37’ Stocco), Checchinato, Castellani (80’ Davo), Saviozzi, De Carli.

All. Coste-Mascioletti

Arbitro: Duhau (Francia)

Marcatori: 13’ drop Machitidze, 31’ meta Martin, 36’ cp Machitidze, 39’ meta Saviozzi tr. Scanavacca; 42’ meta Pilat tr Scanavacca; 48’ cp Modebadze; 65’ meta Pilat, 79’ meta Roselli tr. Mazzariol; 82’ meta Buguianishvili

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Makarska 6.6.1998

Croazia-Italia 29-39

ITALIA: Vaccari (74’ Pertile), Roselli, Stoica, Raineri, Marc. Cuttitta; Scanavacca, Guidi; Caione, Soncini (49’ De Luca), Giovanelli cap., Giacheri, Croci (41’ Lanzi), Castellani, Orlandi, Mass. Cuttitta.

All. Coste-Mascioletti

Arbitro: Aloy (Spagna)

Marcatori: 7’, 10’ 16’ cp Scanavacca; 21’ cp Botica, 25’ cp Cooper, 28’ meta Scanavacca tr. stesso; 31’ cp Cooper, 32’ meta Vaccari tr. Scanavacca; 36’ e 39’ cp Cooper (Cr), 49’cp Scanavacca (26-15); 51’ meta Cooper tr. Cooper; 57’ cp Scanavacca (29-22); 61’ meta Marc. Cuttitta tr Scanavacca (36-22); 68’ cp Scanavacca; 76’ meta Cooper tr Cooper (39-29).

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