“I soliti noti”, dice Andrea Gritti alla domanda di quello che hanno mostrato le prime quattro giornate della Serie A Élite.
In testa alla classifica, a punteggio pieno, c’è il Viadana di Pavan “che – analizza l’ex seconda linea di Treviso e della nazionale, oggi commentatore della RAI – ha cominciato la stagione sullo slancio di quella scorsa. Il gruppo è sostanzialmente quello che a giugno ha disputato la finale, idem lo staff, e, di quella finale persa, Viadana conserva l’entusiasmo molto più della delusione della sconfitta. La parte dura viene adesso, quando i risultati e lo status di favorita andranno confermati settimana dopo settimana”.
Rovigo: “Ha cambiato staff – dice Gritti -, ha trovato un numero 10 molto efficace (il sudafricano Brandon Thomson, ndr), al cui fianco Matteo Moscardi è cresciuto molto di livello, confermando le aspettative che qualche stagione fa si erano appuntate su di lui. Dietro, Mirko Belloni, che la scorsa stagione abbiamo visto con la maglia della nazionale U20 nel Sei Nazioni e al Mondiale in Sudafrica, è un prospetto molto interessante. Squadra molto solida davanti, come da tradizione, difesa efficace e grande abilità nella transizione con i palloni di recupero. Con il Valorugby, in trasferta, Rovigo ha certamente impressionato: 20-0 in poco più di venti minuti. Poi ha un po’ amministrato, ma la prestazione complessiva va sicuramente sottolineata”.
Una carica di Antonio Tripodo del Rovigo, con Ferro in sostegno (foto di Massimiliano Sandri – Rugby Rovigo Delta)
Petrarca: “Il Petrarca ha cambiato tecnico, è andato via Andrea Marcato che, di fatto, del club rappresentava l’essenza più pura. Non ha cambiato modo di giocare e preferisce aspettare e difendere più che aggredire, cosa che fa, anche molto bene, quando si presente l’occasione. È stato un po’ anche il leitmotiv della finale dello scorso campionato, vinta sull’esperienza e la capacità di gestire i momenti. Ha un bacino importante nella seconda squadra, che gioca in A1, a volte mi chiedo perché non prenda in mano le partite e le comandi dall’inizio alla fine, cosa che credo potrebbe fare per la qualità della rosa”.
Valorugby: “è capace di fare l’exploit, come ha dimostrato vincendo a Padova, ma deve riuscire a dare consistenza e continuità alle proprie prestazioni. Una squadra diventa grande quando dopo un risultato importante ne fa un altro. Invece, dopo aver vinto alla Guizza, ha impiegato quasi un tempo a trovare le misure contro il Rovigo e nel frattempo era sotto 0-20. Pierre Bruno può essere un giocatore importante per rompere gli equilibri di una partita, come è accaduto con il Petrarca, ma devono trovare il modo di coinvolgerlo di più nel gioco”.
“Colorno ha cambio un po’ strategia, durante l’estate ha lasciato partire molti giocatori importanti (Giulio Bisegni, Oliviero Fabiani, Paolo Pescetto… ndr) che venivano dall’URC e sta provando a percorre altre strade. Ma il nuovo corso richiede tempo. Mentre è un po’ presto per dare giudizi su Mogliano dove sono approdati dal Benetton ragazzi importanti come Pettinelli, Lazzaroni, Padovani. Non è facile trovare equilibrio perché il club in questo momento rischia un po’ di essere una stazione di passaggio, da e per Treviso. Ci vorrà tempo per amalgamare il tutto e accettare la guida di chi è arrivato da diverse stagioni di URC”.
“Le FFOO hanno vinto due partite, con il Mogliano in trasferta e con la Lazio, due risultati che per quanto detto sopra, tutto sommato possono essere giudicati in linea con questo inizio di stagione”.
La meta di Alessandro Forcucci delle Fiamme Oro, contro la Lazio (foto FFOO Rugby)
“Sulla retrocessione è troppo resto per esprimersi, anche se il Vicenza ha messo due bei sigilli importanti (vittorie con Mogliano e Colorno, ndr) che alla fine potrebbero fare molto comodo”.
Sul gioco: “Cominciano ad esserci allenatori di più recenti generazioni, per esempio Davide Giazzon e Marcello Violi, è ovvio che portino anche idee nuove e una maggiore propensione al gioco. Ma è ancora presto per dare giudizi definitivi”.
Sull’affermazione di Gonzalo Quesada, secondo il quale nel campionato ci sono giocatori molto vicini al livello delle franchigie e altri che non meriterebbero nemmeno la Serie A Élite: “è la fotografia del nostro movimento-osserva Gritti – nel quale, sotto Benetton e Zebre, ci sono giocatori che ambiscono ad arrivare a quel rugby e altri che lo hanno frequentato e sono scesi. Poi ce ne sono altri che stanno volentieri nella loro comfort zone e non aspirano a mettersi in discussione, stanno bene dove sono. Ci sono giovani ambiziosi che escono dalle selezioni nazionali U20 e U18 e vogliono crescere e giocatori che arrivano in Élite solo perché in certi club mancano i numeri”.
Nella foto del titolo, una carica del capitano del Viadana, Samuele Locatelli, contro il Lyons (foto di Martina Sofo)