Altro giro, altro scontro crudele e splendido, altra partita senza un padrone fino all’ultimo respiro, con la Francia che in queste Serie d’Autunno tutela la dignità dell’Emisfero Nord, vince (30-29) per la terza volta di fila contro gli All Blacks, segna 3 mete alla francese e difende alla sudafricana, forza gli errori altrui con un gioco asfissiante, si sacrifica e alla fine chiude la serata in apnea vissuta allo Stade de France con il minimo vantaggio possibile: un punto.
La sfida è abrasiva anche per gli spettatori, gli scontri in mezzo al campo sono roba riservata a uomini di acciaio, si vive di ritmo e intensità, anche perché gli All Blacks disegnati da Scott Robertson sembrano aver abolito il gioco al piede dal loro repertorio, usano sempre il fisico e la velocità per guadagnare metri terreni, ma in questo modo si espongono a qualche inevitabile errore di gestione. Dall’altra parte Dupont ha in mano le redini dei suoi, gestisce con le mani e con i piedi, si infila nei pochi varchi lasciati aperti da difese spietate, si sacrifica in placcaggi definitivi, è l’anima di ogni idea di grandeur transalpina.
Nel primo tempo la Francia deve arginare le continue folate in nero, dopo un piazzato di Ramos subisce la sfuriata di Savea lungo la touche, una spallata dietro l’altra prima di offrire a Lakai, entrato di rincorsa per sostituire lo scosso Finau dopo appena un minuto, una delizia che diventa meta. La replica immediata è di Roigard, furto su un indeciso Aldritt e fuga per la vittoria (3-14). Galthié si nasconde dietro ai suoi occhialoni, i Bleus soffrono, non riescono a liberare il loro gioco veloce, tutto sembra doversi risolvere nell’autoscontro in mezzo al campo. Ma la Francia non ci sta, inventa un attacco furioso dentro ai 22, una fase dopo l’altra, non si passa e allora Dupont all’improvviso decide di far prendere aria all’ovale: le difese sono sulle ginocchia, Buros arriva come un Tgv da dietro e si tuffa oltre la linea della gloria. La partita è viva e vegeta. Barrett punisce dalla piazzola un fuorigioco, si va al riposo con la Nuova Zelanda che sembra avere il vento alle spalle (10-17).
Dagli spogliatoi esce una Francia esaltata e in 10 minuti la partita cambia padrone: alla prima touche in attacco il drive è velocissimo, travolgono tutto quello che trovano sul prato e Boudehent si ritrova portato in carrozza oltre la meta. Poi è Ramos con il piede a trasformare un pallone di recupero in un invito a Bielle-Barrey a dare sfoggio della sua incredibile velocità: gara di sprint con Caleb Clarke, meta e sorpasso (24-17). A quel punto saltano i meccanismi, l’indisciplina diventa più determinante della tattica, si va avanti un calcio piazzato dietro l’altro, con McKenzie che riporta i suoi a un’incollatura (27-26), Ramos che allunga ancora, McKenzie che ricuce. L’ultimo assalto All Blacks è furioso, la difesa francese una macchina perfetta. Vince la difesa, trionfa il rugby.
Francia – Nuova Zelanda 30-29 (primo tempo 10-17)
Francia
Mete: Buros (33′), Boudehent (44′), Bielle-Biarrey (51′); trasformzioni: Ramos (33′,45′, 52′); cp: Ramos (7′,58′,73′)
Nuova Zelanda
Mete; Lakai (9′), Roigard (27′), trasformazioni: Barrett (10′, 28′); cp: Barrett (37′), McKenzie (55′, 62′, 68′, 75′)
Nella foto di apertura la meta di Romain Buros, esordiente estremo francese, che ha rimesso in gioco la Francia (Foto Ffr.fr)