Dopo una vita lunga, a 92 anni se n’è andato Ronnie Dawson, il tallonatore del Leinster che nel 1959 ricevette una lettera: veniva dai selezionatori dei Lions e gli comunicava che era stato prescelto per il tour in Australia, Nuova Zelanda e Canada. Ronnie era così felice che lanciò la lettera per aria: la raccolse dopo che era planata a terra e leggendola con più attenzione, sino all’ultima riga, si rese conto che non solo era stato selezionato ma che era stato designato come capitano.
Qualche mese dopo, i suoi Lions sconfissero 9-6 gli All Blacks guidati da Wilson Whineray e dotati di un‘arma micidiale: il piede di Don Clarke che calciava di punta, da tutte le posizioni e in mezzo ai pali, palloni che sembravano meteoriti.
Fu il primo successo dei Lions a Eden Park e a distanza di due terzi di secolo è rimasto anche l’unico. Nel frattempo, sei sconfitte e due pari. Ronnie è ancora il giocatore che ha guidato più volte i Lions, sei volte, raggiunto nel frattempo solo da Martin Johnson.
Dawson aveva esordito con la maglia verde segnando una meta contro l’Australia e da quel momento aveva allineato altri 26 caps. Quasi altrettanti, 22, ne aveva ottenuti vestendo la maglia bianconera, con magnifico fregio, dei Barbarians. La giornata da ricordare è quella dell’autunno 1961 quando la selezione, al tempo esclusiva, piegò gli Springboks che incassarono l’unica sconfitta del loro tour.
Dawson era architetto, era astemio, particolare rilevante per un irlandese, era dotato di grande carisma e dopo l’addio al gioco dovuto alla frattura di una gamba, fu selezionatore e coach dell’Irlanda innovando i metodi di preparazione. Partecipò a un secondo tour dei Lions, nel ’68 in Sudafrica, nello staff tecnico guidato da Tom Kiernan, e chiuse la sua lunga milizia da presidente della Irfu ricoprendo quel ruolo alla fine degli anni Ottanta.